Disco vincitore in tempo record della Targa Tenco 2017 nella categoria interpreti – pubblicato il 19 Maggio, nominato in Giugno, votato in Luglio… – La Rubia Canta la Negra è il disco con cui Ginevra Di Marco omaggia la ‘cantora’ argentina Mercedes Sosa, scomparsa nel 2009.
Tredici Canzoni tra cui tre inediti in italiano ad ogni modo molto coerenti col resto, che permettono di approfondire l’importante repertorio della voce simbolo di un Paese: inni di dignità, resistenza, pietà, solidarietà, gioia e nonviolenza radicatisi a fondo nella cultura popolare argentina sopratutto negli anni del golpe dei militari, quando Sosa conobbe l’esilio in Europa.
Ginevra Di Marco ne fa un racconto appassionato, sentito, in cui la spirituale tempra femminile dell’album emerge da ogni singola nota, ad esempio negli omaggi a Violeta Parra ed Alfonsina Storni, o nell’incedere spiritato e lunare di ‘Razón de Vivir‘, nel carattere di danza di molte musiche, mentre in altri casi Ginevra Di Marco assume il caratteristico tono schierato, lottatore, non violento della Sosa, sempre collegato ad un orizzonte filosofico più alto (‘Tutto Cambia‘, qui cantata in italiano nella traduzione che qualche anno fa ne fece Teresa De Sio); la cantante fiorentina insomma padroneggia e fa propria, con la complicità di Andrea Salvadori (chitarre, mandolino ed elettronica) e Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni), l’ampia gamma di sentimenti di queste canzoni, mostrando quanto sia ormai completata la sua vocazione per una world music dei popoli, ponte fra culture, attuale nella misura in cui parla di esperienze e sentimenti universali.
Tanghi dall’arrangiamento classico ma sottilmente popolaresco come ‘El Violin de Becho‘ ed ‘El Cosechero‘ si alternano nel disco a notturne atmosfere cantautorali antimilitariste come ‘Luna Tucumana‘ e la gloriosa ‘Solo le Pido a Dios‘, ad ‘Alfonsina y el Mar‘, all’impegno civile di ‘Te Recuerdo Amanda‘ di Victor Jara, con l’emergere in modo sempre più chiaro, nei testi, di un concetto preciso: un eroico, ideale, incrollabile cammino disarmato verso una meta radiosa che giungerà inesorabile, anche se a costo di grandi sacrifici: metafora spesso presente nelle liriche che Mercedes Sosa cantava, scritte per lei dai migliori autori e poeti del Paese, anche indios.
Tornando ai tre brani nuovi di Ginevra Di Marco qui contenuti, ‘Saintes Maries de la Mer‘, dai toni gitani, primo singolo dell’album, porta un ritornello arioso e sognante su un testo di G.Barrera, che firma anche ‘Sulla Corda‘ che però è un tango, dall’andamento ortodosso, con un piglio orchestrale ed un sostegno elettronico che lo modernizza dandogli un’aria vagamente Gotan Project. ‘Fuoco a Mare‘ infine, su testo di M.Vichi dedicato proprio a donna Ginevra, avrebbe potuto davvero far parte del repertorio di Mercedes Sosa, riprendendone infatti così tanti aspetti formali e di contenuto.
Vale la pena osservare che il disco è stato realizzato su una piattaforma crowdfunding, proprio come Il Grande Freddo di Claudio Lolli, anch’esso vincitore della targa Tenco nella categoria miglior disco; la musica di qualità dunque sempre più si muove su percorsi indipendenti.
La versione in vinile dell’album chiude con una quattordicesima traccia quale bonus: ‘Balderrama’, che Mercedes Sosa incise nel 1974.
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autore: Fausto Turi