La serata allo Shindy di Bassano inzia con il set dei Grand Sound Heroes, giovane formazione di casa Go Down (arieccoci) con un hard-rock abbastanza ortodosso quanto intenso (la cover dei Grand Funk, ‘Sin’s a Good Man’s Brother’ che già fu preda dei Monster Magnet, trasuda passione). Il pubblico si aggrega sotto al palco solo quando è il momento dei Firebird di Bill Steer, sempre più lontano dal sanguinario evo grindcore e sempre più trasfigurato in un’immagine nostalgicamente freak. Calorosa partecipazione quindi per un act un po’ troppo calligrafico rispetto all’ultima volta ai Santi Angeli (c’era il più ‘colorito’ Harry Armstrong degli Hangnail al basso, sostituito oggi da Roger Nilsson, ex-Quills e Spiritual Beggars) ma sicuramente più d’impatto e coinvolgente. Un caldissimo hard-blues con tanto d’armonica (Misty Morning) e clapping nella miglior tradizione seventies. Giusto antidoto – se vogliamo – alla conclusione della serata affidata agli Alabama Thunderpussy che fieri nella loro impostazione metal non hanno lesinato fendenti, né fatto prigionieri. Con il nuovo vocalist Kyle Thomas (Exhorder) che ha soppiantato Johnny Veils, il loro southern-sludge piuttosto monolitico si è caratterizzato per una violenza d’esecuzione continua e senza variazioni che ha trovato in episodi epici come ‘Open Fire’ piena giustificazione. La sensazione che resta alla fine di questo weekend, oltre ai languori da ‘over 30’ per uno stoner che forse non esiste più, è l’avverarsi della profezia del lungimirante druido Matt Pike (Sleep, High On Fire): “l’heavy metal è ritornato”.
Autore: A.Giulio Magliulo
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