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Ilaria Graziano e Francesco Forni – Come 2 me (Goodfellas), … con l’aura di due artisti che si intrecciano.


 04/02/2014 


Immaginate di essere accolti a casa di amici da due ragazzi che, con un banjo, una vecchia chitarra, un ukulele e una cassa tonda, riescono a fondersi in un’unica entità musico-spirituale fatta di folk, rural blues e atmosfere minimali. Ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo, in anteprima,  “Come 2 me” di Ilaria Graziano e Francesco Forni (entrambi napoletani ma residenti a Roma) ad un secret concert: la vena poetica della loro musica, unita all’ambiente adatto e al bivacco in compagnia mi hanno portato a valutarlo come un capolavoro e, ovviamente, a comprarlo.
Ascoltare la versione registrata in studio da lucido, contro ogni aspettativa figlia del mio pessimismo cosmico, ha confermato la bellezza e la qualità del lavoro: melodie introspettive che, attraverso testi carichi di “realtà immaginata”, raccontano atmosfere variegate e mescolano due voci che finiscono per diventare un’unica essenza.
“Come 2 me”, appunto, se vogliamo intenderlo all’italiana, o “Come to me” leggendolo all’inglese, lavoro che celebra l’unione decennale tra Francesco e Ilaria in simbiosi artistica e melodica, senza che si riconosca dove finisce l’uomo e comincia la donna, dove la musica è intesa come intima e dove viene concepita come messaggio.
L’ermafrodito di platonica memoria creato dalla fusione delle due voci ci accompagna attraverso un viaggio tra atmosfere profonde, tra pirati, uomini del far west, al ritmo di blues rurale. L’album parte con “Filibusteria”, un pezzo reso armonico dall’arpeggiare di banjo che accompagna le immagini cruente della vita da pirata. Il blues dal carattere gipsy di “Come” fa salire i battiti con un ritmo sincopato e concitato, senza mai perdere l’armonia tra le voci. I caratteri country di “Io sono” e “Is this the Time” hanno sapori e significati diversi: nel primo pezzo a colpire è la cura del testo, una poesia d’amore messa in musica; il secondo è invece il classico country rurale da ascoltare con uno stelo di grano tra i denti, che trasporta direttamente nelle praterie americane.
“Giardini di rose” abbandona completamente l’atmosfera contadina e ti catapulta nella magia di un bosco d’ulivi o, appunto, di un giardino di rose, durante un caldo giorno d’estate, mentre ci si interrogai sul presente e sul futuro inscrutabile. “Il giro dell’oca” ci racconta il gioco della vita attraverso le sonorità gypsy jazz di Django Reinhardt, frenesia irresistibile che sa di saloon e scazzottate. “Hand in hand” tranquillizza gli animi dell’ascoltatore con una melodia “salvifica” che ti culla e ti trasporta a “Dove Siamo”, ballata ricca di contenuti che ricorda il grande Faber e le sue “poesie canzonate”. “Cavalli selvaggi” e “Red & Blues” vengono direttamente dal selvaggio west, con approcci diversi ma atmosfere simili che si incontrano e diventano un concetto solo, un po’ come tutto il concept di “Come 2 me”.
Chiude l’album la ninna nanna “Chiudi gli occhi”, unica canzone con collaborazioni esterne (il fisarmonicista Matteo Scannicchio e il violinista Andrea Ruggiero), che riassume la semplicità ed il messaggio “extrasensoriale” del disco.
Creare atmosfere particolari con pochi strumenti non è da tutti: “Come 2 me” di Ilaria Graziano e Francesco Forni ha questo straordinario pregio, ingloba vari stili, racconta diverse atmosfere con un banjo, una vecchia chitarra, un ukulele e una cassa tonda. Ma soprattutto con l’aura di due artisti che si intrecciano, uniscono le loro intimità e provano (riuscendoci) a trasmetterle al pubblico: per me un piccolo capolavoro.

https://www.facebook.com/francesco.ilaria

autore: Natale De Gregorio


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