Fin dai primi anni 90 e dai devastanti party al Blue Note di Hoxton Square, la Ninja Tune è stata sempre tra le etichette più rispettate per l’impegno avanguardistico profuso tanto nella musica quanto nelle arti visive. Molto più di semplice hip hop o elettronica dance. Il mito forse si è sbiadito, giammai commercializzato però (il solo “Beats and Pieces” dei Coldcut, proprietari della label, è entrato nella top 40 d’oltremanica). Eppure l’etichetta non si è mai preoccupata di riassumere questi 12 anni di esperimenti, innovazione, humour e follia in una sorta di “greatest hits”. Operazione complessa, ma stavolta – da Febbraio – ci siamo. “ZenTV” il titolo. In audio (originali e remix) e video.
Partiamo dal DVD. 35 video più 15 minuti di video megamix a firma Hexstatic, più una galleria di copertine, per una durata doppia rispetto all’usuale capienza di un tale supporto. I video potete guardarli nell’ordine che volete: per artista, cronologicamente avanti e indietro, o random. Protagonisti gli artisti di casa Ninja, ma soprattutto affermati registi di video come Alexander Rutterford (per Amon Tobin, e ora al lavoro per i Radiohead), Sam Arthur (per DJ Vadim), ma anche giovani realtà come Conkerko (per i Bonobo). Fizzy Eye, dopo il suo primo video per Luke Vibert aka Wagon Christ (‘Receiver’) è passato ai commercials della Honda. Un video per la Ninja non rovina il tuo curriculum, anzi. E a parte questo, occorre rammentare che musicisti come Kid Koala e Jaga Jazzist hanno spesso avanzato delle commesse ben precise ondde trovare il perfetto “match” tra musica e immagini, e che altri sono stati direttamente coinvolti nella realizzazione del video, si tratti dei cartoons di Scruff, dei pionieristici cut-up audiovisuali di Hexstatic and Coldcut o delle parodie pubblicitarie dei Funki Porcini. La forze dei video Ninja è che non sono mai intesi come isolato episodio promozionale di un qualcosa, ma come stretto equivalente dei suoni che rappresenta.
La musica. Inanzitutto gli originali. Due CD e tre doppi vinili (12 facciate, gente). Alcuni brani vecchi sono stati rimasterizzati: suoni più carnosi e cassa più ricca oggi lo permettono. A parte questo, i contenuti sono i due tipi: grandi successi (come ‘Get A Move On’ di Scruff e ‘All That You Give’ della Cinematic Orchestra) e perle ingiustamente dimenticate (come ‘Dark Lady’ di DJ Food e ‘Black Jesus’ dei 9 Lazy 9).
I remix. C’è l’imbarazzo della scelta. Forse il pezzo forte, visti anche i nomi coinvolti, potrebbe essere ‘Scratch Yer Head di Squarepusher rivisto da DJ Food. Il bello, come avrete capito, è che, dalla parte di chi manipola, non è solo una faccenda interna al roster: Cornelius, Fourtet, Asley Beedle, Manitoba, Dr Rockit (Herbert), Domu, Luke Vibert, Fredric Galliano e il più talòentuoso, forse, della scuderia britannica, PC di DJ Food.
album e singolo per cLOUDDEAD – l’hip hop allarga ulteriormente i suoi confini
Data: 22 Febbraio (9 Marzo negli States); etichetta: Big Dada (anticon, come al solito, sempre oltreoceano). Titolo “Ten”, come il numero dei brani presenti. E’ il nuovo, attesissimo album del trio più iconoclasta dell’hip hop. Doseone, why? e odd nosdam, attivi anche come solisti, sono al loro secondo capitolo come trio. Affilati intrecci vocali, bizzarri sample di suoni casuali, drones, il cangiante drumbeat di nosdam, testi che varcano i confini tra soggettivo e oggettivo, tagliente sarcasmo. Gli elementi dell’omonimo debut-album ci sono ancora tutti. Ma con “Ten” si va oltre.
Ogni verso ha un senso, si tratti di prendere in giro la cultura americana delle armi o di utilizzare un’incidente d’auto come metafora del jet-set, e Doseone e why? non se la cavano mai a buon mercato. La concezione collaborativa migliora: “l’imbottigliamento” di emozioni di Doseone, il polistrumentismo autodidatta di why?, il genio di nosdam. Tutto fila a perfezione.
L’album segna anche il trasferimento di why? e nosdam da Cincinnati a Oakland, casa di Doseone, che ha sicuramente migliorato le condizioni operative del trio. Il sound di “Ten” è più profondo, le voci sfalsate dei due MCs sono più armonizzate e meno rappate, lo spettro dei temi coinvolti si è ampliato. Dice why?: “Penso che il sound di “Ten” sia quasi unico: anziché attestarsi su una qualche specificità, come è accaduto per l’album omonimo, è qui un mix di tre delle nostre prospettive estetiche, ma penso che si possa considerare come cLOUDDEAD a pieno titolo”.
Nel frattempo a rendere più chiare le idee c’è un singolo in uscita il 26 Gennaio (negli States un po’ più tardi) sempre su Big Dada/anticon. ‘Dead Dogs Two’ è tratto da “Ten”, ‘Mulholland Instrumental’ viene da quelle sessions ma non ha trovato spazio nella tracklist. E, dulcis in fundo, un remix del lato A a firma Boards of Canada. La stima tra i due acts è reciproca, e il duo scozzese ha risposto all’appello dei colleghi d’oltreoceano aspettandosi un pari trattamento in cambio in futuro. Partendo dalle vocals del brano oroginale, i Boards creano un brano completamente nuovo, con arrangiamenti di archi e tastieer analogiche tali da rivaleggiare col miglior George Martin. Da non perdere.
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