La storia, appunto: i samurai dell’hip hop seppero in qualche modo rivoluzionare il mondo di rime e scratch col loro debut album, “Enter the Wu-Tang (36 Chambers)” del 1993. Dopo di che RZA, Genius GZA, Ol’ Dirty Bastard, Inspectah Deck, Raekwon, Ghostface Killah, U-God, Masta Killa e Method Man si avventurarono in progetti solisti – i più notevoli dei quali furono “Only Built 4 Cuban Linx” di Raekwon, “Liquid Swords” di Genius GZA e “Ironman” di Ghostface Killah – che avrebbero rallentato l’attività di questa “posse”.
Passarono così 4 anni prima che il Clan si riunisse nuovamente, per creare “Wu-Tang Forever”. Dopo di che, i guai. Ol’ Dirty Bastard (aka Big Baby Jesus, aka Dirt McGirt) cominciò a trascorrere buona parte del proprio tempo in cella, mente i progetti solisti divennero frequenti al punto da oscurare, se non mettere in dubbio, l’esistenza stessa del Clan. E non furono un granchè i due episodi a venire, “The W” (2000) e “Iron Flag” (2001). A questo si aggiungono la sponsorizzazione per mediocri uscite (Killarmy, Sunz of Man e Wu-Tang Killa Bees) e il lancio di una linea di abbigliamento per dare l’idea di come le cose stessero andando un po’ a male.
Qualche tempo fa l’annuncio: il Wu-Tang Clan ha già detto abbastanza, e chiude. E arriva ora questa raccolta, “Legend of the Wu-Tang: Wu-Tang Clan’s Greatest Hits”, in uscita su BMG il 25 Ottobre, che si fa notare innanzitutto per l’assenza di una qualsiasi cronologia nella tracklist, per un grosso peso dato al debut album (il migliore, comunque) e per la presenza di 3 brani di difficile reperibilità. Eccola, la tracklist: ‘C.R.E.A.M.’, ‘Method Man’, ‘Protect Ya Neck (Bloody Version)’, ‘Wu-Tang Clan Ain’t Nuthing Ta F’ Wit’, ‘Can It Be All So Simple’, ‘Shame on a *****’, ‘Da Mystery of Chessboxin’‘, ‘Reunited’, ‘It’s Yourz’, ‘Triumph’, ‘Gravel Pit’, ‘Protect Ya Neck (The Jump Off)’, ‘Sucker M.C.’, ‘Uzi (Pinky Ring)’, ‘Shaolin Worldwide’, ‘Diesel’.
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