L’edizione 2013 del Barclaycard Mercury Prize si è conclusa da pochissimo e la nomina del vincitore ha sorpreso la maggior parte del pubblico e addetti ai lavori.
In lizza per questo anno c’era il fior fiore del rock mondiale, queste le nominations: Arctic Monkeys con ‘AM’, David Bowie con ‘The Next Day’, i Disclosure con ‘Settle’, i Foals con ‘Holy Fire’, Jake Bugg con ‘Jake Bugg’, James Blake con ‘Overgrown’, Jon Hopkins con ‘Immunity’, Laura Marling con ‘Once I Was An Eagle’, Laura Mvula con ‘Sing To The Moon’, Rudimental con ‘Home’, le Savages con ‘Silence Yourself’ e infine i Villagers con ‘Awayland’.
A spuntarla è stato il britannico James Blake, quindi non un emergente come gli Alt-J vincitori del 2012; che ha scalzato la favorita e “sconosciuta” Laura Mvula.
James Blake è noto ai più grazie al debut album omonimo del 2011 (che gli valse una nomination al Mercury Prize di quell’anno), più una manciata di Ep e singoli in collaborazione con Bon Iver.
James Blake, da non con confonde con James Blunt come è successo durante la cerimonia del Prize dove lo hanno annunciato col nome della pop star britannica, è al suo secondo album, Overgrown, che ha pubblicato nell’aprile 2013 con la collaborazione del produttore Brian Eno ed annovera tra le guest anche RZA del gruppo rap Wu-Tang Clan.
Ultima curiosità: Blake è figlio di uno dei membri dei Colosseum, prog rock band di fine anni 70.
Questa invece è la dichiarazione di Blake in merito alla sua vittoria: “‘Ringrazio i miei genitori per avermi mostrato l’importanza di essere autosufficienti e ringrazio anche Ben, Rob e Dan per avermi mostrato l’importanza di permettere alla gente di aiutarmi. Grazie! Mi sento, a differenza di quanto mi sarei aspettato, completamente emotivo e sopraffatto. Ora devo distrarmi parlando di cose senza senso“.
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