Portabandiera del movimento mod italiano, e artefici di una gustosissima formula ska, i torinesi Statuto sono stati una delle principali formazioni a venire fuori dall’underground negli anni ’80.
Dopo le prime prove per l’indipendente Toast, la formazione guidata da Oskar e Naska approda nel 1992 alla Emi e lo stesso anno partecipa al festival di Sanremo con l’ironica “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo”. Dopo un altro album su major, nel 1995 il gruppo approda nuovamente ad una indie-label, la Audiar, e pubblica “Canzonissime”, ora ristampato con l’aggiunta di ben sei bonus-tracks.
Abbandonata la formula ska e mod degli esordi, gli Statuto virano decisamente verso un pop venato di ironia. E rilanciano intitolando gli otto brani dell’album come altrettanti successi della canzone italiana. In “Canzonissisme” troviamo, infatti, titoli come “Una donna per amico”, “Il cielo in una stanza”, “Pensiero stupendo”, “La mia banda suona il rock”, ma si tratta solo di una simpatica provocazione, essendo tutti episodi di propria composizione e peraltro lontani anni luce dagli originali. Disco estremamente leggero e levigato, “Canzonissime” non rappresenta certamente la migliore prova discografica degli Statuto che però centrano il bersaglio in almeno un paio di casi: con “Liberi Liberi”, forte di un riuscito arrangiamento di fiati, e con la sfaccettata “Una donna per amico”. Di questa ristampa, però, si segnalano soprattutto due brani: “Tu Non Sai” e “Ci Sei Tu”, pubblicate originariamente su singolo dalla Face Records. Si tratta di due divertentissime cover degli Who – rispettivamente di “The Kids Are Alright” e “Substitute” – cantate in italiano. Due pezzi che riportano gli Statuto alle loro origini indiscutibilmente mod e che risultano, senza tema di smentita, in assoluto le migliori del disco.
Autore: Roberto Calabrò