E’questo il bello della musicaindipendente: mentre a Los Angeles piuttosto che a Londra ci sono grattacieli all’interno dei quali gente in giacca e cravatta s’affanna in interminabili riunioni per stabilire chi, cosa e come il mondo intero dovrà ascoltare nei prossimi mesi, dalla campagna del Kentucky sbuca un perfetto sconosciuto di 28 anni che, armato di voce e chitarra acustica, registra nel giorno di Capodanno del 2004 otto canzoni in 24 minuti soltanto, con un’etichetta discografica ancor più microscopica di lui ed anch’essa al debutto.
Trattasi di folk acustico alla maniera di Will Oldham – ma con sorprendenti sortite nell’universo “pazzerello” di Syd Barrett e nelle santinelle sgembe di Les Claypool – che trasmette buon pathos e racconta storie universali d’amore e sconfitta che sembrano uscite dalla penna di Johnny Cash.
L’ultima canzone del disco – ‘Cicinnati Sings’ – è stata registrata con l’ausilio di Paul Oldham e prevede l’eccezione di una seconda chitarra acustica ed una viola; nessun arpeggio, inoltre: soltanto accompagnamento ritmico di una sei corde casalinga semplice semplice.
Dunque, se vi piace la campagna del Kentucky tra Lexington e Shelbyville, vi sfido a cercare questo disco piccolino, e tuttavia di buon valore rispetto alla media del movimento dei nuovi cantautori “rustici” americani.
Autore: Fausto Turi