I Mercury Rev hanno iniziato a registrare ciò che sarebbe divenuto Deserter’s Song durante il 1997 presso i Tarbox Recording Studio di Dave Fridmann. L’album è stato pubblicato nel 1998 e immediatamente acclamato in tutto il mondo. In questo influente lavoro, i Mercury Rev hanno reinventato il loro suono con magniloquenti orchestrazioni e testi profondamente poetici e onirici.
Questo stile avrebbe segnato la rinascita della band, attiva già da molti anni, permettendole ulteriori sperimentazioni e ricerche sonore. Nell’anno di uscita Deserter’s Song è stato scelto come album dell’anno da MOJO, NME e moltissime altre testate musicali internazionali.
I Mercury suoneranno il loro capolavoro, che verrà ripubblicato il 16 maggio per V2 in edizione Deluxe, a Bologna l’11 maggio e anche a Londra il 21 maggio all’ATP Festival nella sezione Don’t Look Back, la stessa che ha visto i Sonic Youth cimentarsi con Daydream Nation, i Teenage Fanclub con Bandwagonesque e gli Stooges con Fun House.
I Mercury Rev nascono a Buffalo, New York, alla fine degli anni ’80; sono stati e sono tuttora uno dei gruppi di punta del rock americano degli ultimi 20 anni. La band, formata da Jonathan Donahue (voce/chitarra acustica), Grasshopper (chitarre, clarinetto, tettix), Jeff Mercel (batteria, piano, tastiere), ha sorpreso ed illuminato gli ascoltatori di tutto il mondo per quasi due decenni grazie ad una costante ed originalissima esplorazione musicale.
Il merito principale dei Mercury è certamente quello di avere aggiornato il concetto di psichedelia, ampliandone le configurazioni oniriche e sviluppandone ogni potenziale direzione. Nel corso degli anni sono divenuti una dei gruppi più interessanti in circolazione proponendo un rock psichedelico che si abbevera alla fonte dei maestri Velvet Underground e Pink Floyd, ma che si dilata opportunamente per abbracciare elementi di alternative rock contemporaneo e per suggestionare l’ascoltatore con oniriche visioni cosmiche.
Autore: Grazia De Micco
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