Pubblicato con oltre un anno di ritardo rispetto alla fine delle registrazioni, a causa della pandemia, “Drunk tank pink” consacra gli Shame nell’Olimpo del revival post-punk, insieme a Metz, Idles e Girl Band. Schematici e algidi, isterici quando serve, spesso devoti al p-funk preso in prestito dai Gang of Four e al funk bianco dei Talking Heads, gli inglesi fanno pieno cento con tutti gli undici brani in scaletta. Si parte con “Alpahbet” il cui post-punk nervoso è in linea con quello proposto dagli ultimi Idles, soprattutto per gli affondi chitarristi, a seguire una “Nigel hitter” particolarmente spigolosa e angolare, veramente potente. Momenti frenetici e nervosi dominano “Born in Luton”, caratterizzata da cambi di registro stilistico, brano che anticipa l’eccitante e vibrante “March day”. Se “Warter in the wheel” è un chiaro omaggio da David Byrne & soci, “Snow day” è tutta spezzettata, ma con un finale epico ed evocativo. L’uno-due “Great dog”-“6/1” è un martellamento continuo che non lascia scampo, non molto distanti dalle irregolarità di “Harsh degrees”. “Drunk tank pink” sarà sicuramente uno dei migliori dischi del 2021!
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autore: Vittorio Lannutti