Pur facendo base a Firenze, i Tanakh sono uno dei numerosi gruppi italoamericani che non si fanno tanti problemi ad attraversare l’Oceano per autopromuoversi in tournèe – a Maggio hanno suonato in Usa e Canada – o incidere un disco – ‘Ardent Fevers’ è stato registrato da Bryan Hoffa (Royal Trux, the Kills, Labradford) a Richmond, Virginia.
Nati come collettivo aperto più o meno estemporaneo, con questo secondo disco il gruppo si definisce bene attorno alle personalità di Jesse Poe (che produce, scrive, canta e suona la chitarra) ed Umberto Trivella (che firma le musiche e sta anch’egli alle chitarre) e mira più al sodo abbandonando malìe sperimentali ed agganciandosi al filone neofolk di Nourallah, Great Lake Swimmers, Shearwater, non riuscendo purtroppo a suonare originale.
Dietro la copertina sfocata, che lascia intravedere 4 ombre che attraversano sulle strisce pedonali una strada illuminata che potrebbe esere Broadway st. di notte, ‘Ardent Fevers’ alterna composizioni corali, in cui i numerosi ospiti – una decina, tra cui una valida sezione fiati, e poi violino, organo ed un prestigioso contributo di Isobel Campbell al violoncello –, pur nella prevedibilità, almeno possono mettere in mostra le proprie doti accademiche, a nude ballate notturne stile Giant Sand, in cui la voce di Poe e l’acustica di Trivella mirano a suggestionarci e si fanno apprezzare di più: ‘Over your Consistency’, ‘Take and Read’ e ‘Winter Song’ hanno il giusto ‘spleen’ spiritato.
Interessante anche i 7 minuti e più di ‘Still Trying to Find you Home’: inizio come inizierebbero i Giant Sand, fine come finirebbero i Grateful Dead… bella idea!
Autore: Fausto Turi