Una voce antica lancia il suo canto “a fronna ‘e limone” al ritmo incalzante di una taranta su cui a loro volta si intrecciano il suono lancinante di un sax tenore e una voce moderna che invita, decisa: “Vott ‘o sole arint’” (Lascia entrare il sole). La cifra stilistica del nuovo cd di Enzo Avitabile, l’undicesimo di una carriera ormai ventennale e ricca di tappe significative, mi pare sia ben racchiusa in questo splendido brano. La contaminazione – tra vecchio e nuovo, tra ritmi e suoni del Mediterraneo, dell’Africa, dell’America black – è infatti la caratteristica precipua della sua ricerca musicale: ed ecco cosi’ che non stupisce trovare l’ensamble dei Bottari (eredi di una lunga tradizione contadina in cui botti, tini e falci venivano usati come percussioni rituali) e le launeddas di Luigi Lai assieme con il kamalengoni di Baba Sissoko, il tar di Adel Shaaher, il flicorno di Hugh Masekela; cosi’ come ascoltare le litanie dei Cantori del miserere di Sessa fondersi naturalmente con il canto rai di Khaled, la voce calda di Manu Dibango, il pianto doloroso della palestinese Amina.
Ma proprio perche’ profondamente musicale, radicato cioe’ nei ritmi, in quella voglia di stare assieme e di ballare (Abball’ cu me, si intitola significativamente il brano di apertura e numerosi sono i brani assolutamente trascinanti) che si ritrova nelle più diverse culture, il discorso di Avitabile assume una valenza profondamente “sociale” e si capisce il senso dell’appello accorato che dà il titolo alla raccolta: Salvamm’o munno.
Salviamo il mondo perché “simme tutt’uno” (siamo una sola cosa) e lo siamo da sempre, fin dalla nascita (tutt’eguale song’e criature/nisciuno è figlio de nisciuno). Ed allora gli orrori e i dolori di questo mondo, che a volte ci sovrastano e sembrano lasciare spazio soltanto a un desiderio di preghiera (simme uommene e nun ce arrivamm/ e a te cercamm aiuto/ave maria: ‘A peste), possono essere vinti solamente attraverso la comune solidarietà, la scoperta/riscoperta di ciò che unisce. Come canta, nella sua lingua, Baba Sissoko in Tarantella bruna: “Se ci parliamo, se ci ascoltiamo e se ci capiamo/ la vita sarà più facile per tutti noi”.
Ingenuità? Utopia? Forse…. Ma cosa sarebbe la vita senza utopia?
Al cd sono allegate due tracce video. Parte degli introiti saranno devoluti ad Amnesty International.
Autore: Sergio Travi