Direttamente dal passato: 30 anni di musica rock sembrano non essere affatto passati per i Danielson, cooperativa di musicisti che ruota attorno a Daniel Smith, autore di testi e musiche di questo ultimo album, Ships. La musica dei Danielson non è che sia simile o ispirata al progressive anni ’70: è proprio, assolutamente, musica progressive anni ’70.
I riferimenti sono più che espliciti: Genesis (quelli di Peter Gabriel), King Crimson, Van Der Graaf Generator, ma anche qualcosa dell’hard rock stile Led Zeppelin traspira di tanto in tanto fra le note musicali volutamente de-ritmate e anti-melodiche.
Ancora: la stessa voce di Daniel Smith cerca ad ogni modo di imitare Gabriel nelle sue versioni più istrioniche, salvo poi rifare il verso (ma questo gli riesce meno bene) anche a Robert Plant.
E come il rock progressive degli anni ’70, anche questo Ships è un concept-album, anzi la conclusione di una serie di concept-album, cominciata con Alpha e Omega nel 1998 e ’99 e proseguita con due lavori dedicati alla famiglia, Fetch the Compass Kids e Brother is to Son.
E di sicuro la famiglia è elemento importante nella musicalità di questo talento, considerando che ben sei musicisti del gruppo sono Smith, cioè membri della famiglia di Daniel, che ha voluto riunire in questo album, oltre ai suoi familiari, gli amici e i collaboratori più stretti della prima ora, quella dell’esordio.
L’album, ovviamente, è consigliato agli appassionati del genere, a coloro che dopo In the Court of the Crimson King, o Selling England by the Pound sono rimasti orfani di quel tipo di musica. Sconsigliato invece a chi si aspetta dai Danielson qualche cenno di modernità: i sintetizzatori non esistono, gli strumenti sono di quanto di più analogico ci si possa aspettare, e la stessa amplificazione elettrica è usata tutto sommato in casi rari.
Persino il sound, vale a dire la qualità dell’incisione discografica, riproduce con fedeltà a questo punto maniacale le sonorità dei fonici anni ’70.
Per tutti però vale la pena almeno un primo ascolto: sarà come fare un viaggio nel passato, ed è qualcosa che non accade molto spesso tra la musica di questi tempi.
Autore: Francesco Postiglione