Il momento centrale del nuovo disco di Arturo Stàlteri è rappresentato da “Selika suite”: sei movimenti (più un’introduzione) commissionati dall’Assessorato alla cultura della città di Ripatransone per musicare il film muto “Selika” – girato nel 1921 dal regista Ivo Illuminati (originario proprio di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno) – e poi eseguiti per la prima volta nell’agosto del 1997 in versione per pianoforte solo. Finalmente incisa, la suite acquista adesso nuove coloriture affascinanti e nuovi contorni sinuosi grazie ad Yasue Ito (violino), Laura Pierazzuoli (violoncello) e Pino Zingarelli (batteria, percussioni, basso e apparecchi elettronici), vale a dire l’affiatato ensemble che accompagna Stàlteri in “Half angels”, lui tra l’altro non solo al piano, ma anche al clavicembalo, alle tastiere, alla chitarra classica e al bouzouki.
Molteplici, ed esplicitati all’interno della custodia, gli spunti che hanno alimentato gli altri brani della raccolta, quasi a creare una “summa” della poetica stalteriana, perché qui ritroviamo tutto quel mondo di ascendenze letterarie (“Il signore degli enigmi” di Patricia A. McKillip, il “Peter Pan” di James Barrie, “La storia infinita” di Michael Ende, l’immancabile rimando alla saga tolkiana del “Signore degli anelli”) e fascinazioni cinematografiche (il citato Ivo Illuminati, “Matrix”, la serie animata “Aeon flux”) che da sempre illumina la scrittura del cinquantunenne compositore romano. Un’inesauribile curiosità verso forme “contaminate” di classica contemporanea – i glitches che impreziosiscono il secondo bellissimo movimento di “Selika suite”, le onde sintetiche di “Raederle” che fraternizzano con l’estetica della giapponese Hiromi, una “Trinity” che sublima il minimalismo di Ludovico Einaudi con il drum’n’jazz degli EST – contribuisce a sviluppare e conferire forma compiuta a tali motivi ispiratori, tutti cementati tra loro da uno sguardo lirico di incredibile profondità.
Autore: Guido Gambacorta