Dopo i tributi dedicati ai Radiohead e a Prince, la Rapster appronta un nuovo cd di covers e questa volta ad essere saccheggiato è il vastissimo repertorio di David Bowie, compresa una “Magic dance” che Kelley Polar è andato a prelevare dalla colonna sonora di “Labyrinth”.
In scaletta troviamo l’indie-pop in glassa lounge delle Au Revoir Simone alle prese con “Oh! You pretty things”- tra Air ed Architecture in Helsinki (le tre pulzelle guarda caso incidono per la Moshi Moshi) – una “Sound & vision” in cui la parte vocale elaborata dal producer Matthew Dear suona ancor più marziana di quella originale, una “Loving the alien” siliconata da Heartbtreak, una “Ashes to ashes” trattata piuttosto male da Leo Minor, l’electro-glam di Joakim e dei suoi The Disco per “A new career in a new town”, Carl Craig e gli Zoos of Berlin assolutamente perfetti in “Looking for water”, Susumu Yokota che pompa il funky-beat di “Golden years”, “Be my wife” affidata alla coppia Richard Walters & Faultline, il lavoro di totale trasfigurazione operato da The Thing su “Life on Mars”…
Non tutto è di altissima qualità, ma la selezione nel complesso funziona bene e la devozione degli artisti coinvolti nei confronti del Duca Bianco è senz’altro autentica.
Autore: Guido Gambacorta