Rock italiano indipendente al 100%, fiero e consapevole frutto di quanto seminarono Afterhours, Litfiba, Marlene Kuntz, Scisma, Massimo Volume, Timoria negli anni 90.
La vecchia guardia ha perso qualche pezzo ma detta ancora legge – e chi lo sà se è un bene o un male che ancora nessuno li abbia scalzati dai loro posti… –, in questo 2005 che ci ha già donato i nuovi lavori di Afterhours, Negrita e Marlene Kuntz, ma già da qualche anno emergono dalle retrovie famelici gruppi che provano a raccogliere il testimone, ed i Macno vogliono candidarsi con questo interessante esordio di 10 tracce in 44 minuti.
Ogni canzone è un potenziale singolo, data la natura chiaramente pop-rock del gruppo e certe scelte molto ortodosse in fase di produzione, e negli arrangiamenti fa la sua figura la voce sempre in bella evidenza di Mimmiz, frontman ed autore di tutti i testi; le musiche invece sono del chitarrista Saro Giacobbe, mentre completano la formazione Alessandro Pace al basso ed il batterista Lele Leoni.
I ritmi sono mediamente sostenuti, e le sensazioni che il disco trasmette sono quelle sempre suggestive ma poco ardite della svolta pop dei Marlene Kuntz in ‘Senza Peso’ del 2002: e credo ne converrete ascoltando ‘Fragile’, ‘Cose che oso Dire’, ‘Le stesse Vanità’.
E se poi siete di quelli che da dieci anni sognano – passando, mi pare, da una delusione all’altra – che Piero Pelù in qualche modo si rigeneri, beh: ‘ Tra le tue Meraviglie’ e ‘Tregua’ fanno proprio quell’effetto lì, mentre ‘Affrontami’ poteva tranquillamente stare su un disco del vecchio gruppo di Paolo Benvegnù: gli Scisma, li ricordate?
I Macno hanno personalità e soprattutto notevole attitudine pop; un po’ di sperimentazione avrebbe giovato a questo esordio, ma và bene così e l’importante è che il gruppo sappia guardare in futuro ancora oltre: abbiamo trovato un nuovo alfiere indie-rock italiano, magari potrebbe diventare regina.
Autore: Fausto Turi