Definita dal New York Magazine come “quircky indie pop” e da The Village Voice “un rock macabro che porta gli ascoltatori a un divertente tour in luoghi oscuri” la musica dei Super Mirage sembra voler lanciare una nuova tendenza, che loro stessi definiscono “indie pop”, o anche “la colonna sonora per un party alla fine del mondo”.
In realtà queste roboanti definizioni portano forse troppo lontano: quello dei Super Mirage è certamente pop, anche se è un pop serio, con solide basi di rock elettrico, malinconico al punto giusto ed effettivamente meno spensierato di quanto il genere dovrebbe dar da attendere.
Sia le melodie che i testi spesso lasciano intendere intenti seri e toni forti, ma sempre senza mai sconfinare fuori dal pop, come se un George Michael o un Michael Jackson avessero imbracciato la chitarra elettrica e i ritmi rock.
Molto legati al mondo del teatro (il vocalist e chitarrista Nathan Leigh è un compositore, Kyle Jarrow, alle tastiere, è autore di pezzi teatrali, Drew St. Aubin e Arvi Sreenivasan, rispettivamente batteria e basso, sono anch’essi compositori), i Super Mirage fanno ruggire la loro sensibilità scenica in particolare durante i loro spettacoli dal vivo, ricchi di costumi., cori, ballerini, e del resto il loro EP di lancio, pubblicato sotto il nome di “Sputnik Sweetheart”, si chiama This Drama, e chissà che forse non intenda proprio la tragicommedia della vita, a cui accennano anche molte delle loro canzoni di questo primo LP, pieno di “dolci bugie”, come dice il titolo e la affascinante title track.
Dolci bugie, intrise di piacevole sound ben costruito intorno a qualche colpo di genio melodico negli assoli, a una dinamicissima base ritmica, e a un efficace gioco di controcanti fra vocalist e tastierista. Per palati medi, ma pur sempre fini.
Autore: Francesco Postiglione