Un po’ come “In the fishtank” dell’olandese Konkurrent per gli appassionati di indie-rock e sonorità affini, la serie “Inspiration information” della Strut ambisce a diventare un appuntamento classico per gli amanti della musica black (intesa in senso ampissimo: jazz, reggae, soul e commistioni varie…), con la stessa intenzione di sollecitare incontri artistici e documentare poi su disco i frutti partoriti da tali inediti sodalizi.
Dopo il clamoroso album firmato da Mulatu Astatke con gli Heliocentrics, tra l’altro foriero pure di un tour internazionale che ha riscosso ovunque un incredibile successo (il loro concerto fiorentino in aprile è al momento quanto di meglio ho potuto vedere dal vivo quest’anno!), il nuovo episodio della collana si posiziona appena un gradino al di sotto, ma sempre su altissimi livelli. A fianco dello storico batterista nigeriano Tony Allen si schiera il finlandese Jimi Tenor, già frequentatore di territori afrobeat con i lavori “Joystone” e “4th dimension” realizzati rispettivamente nel 2007 e in questo 2009 insieme ai Kabu Kabu (non a caso presenti anche qui, a dar man forte ai due attori protagonisti). Nato da una sessione berlinese dello scorso novembre e poi perfezionato in due successive sedute in Finlandia e a Parigi, l’eccitante materiale di “Inspiration information 4” raccoglie danze afrobeat (“Sinuhe”, “Got my Egusi“), flauti svolazzanti (“Mama Englad”), momenti avant-soul alla Daniel Givens ma con propulsione free-jazz (“Path to wisdom”), lampi dub immortalati dall’intervento dei fiati (la suadente “Selfish gene”), ipnotici rituali percussivi (“Cella’s walk”, “Three continents”) e colate laviche di grooves (“Against the wall”, “Darker side of night”).
Autore: Guido Gambacorta