Dischi come “Elusive Mojo” sono passatisti o vintage, sanno di già sentito, è vero! Ma hanno dentro quel quid che te li rende indispensabili. La formula del quartetto è un perfetto incrocio tra psichedelia, proto punk stoogesiano e un pizzico di heavy che non guasta. Come gli Heads portano l’ascoltatore nelle cavalcate psichedeliche che si fermano agli anni ‘70 e prima che certe sonorità diventino progressive, a differenza del percorso che hanno intrapreso i Motorpsycho punto di riferimento per la scena prog-stoner.
Ho già fatto riferimento agli Stooges per cui togliamoci definitivamente il sassolino e diciamo che la title-track ha quel sound che ci ha fatto amare il gruppo di Iggy Pop e dei fratelli Asheton a cavallo tra “Funhouse” e “Row Power”, echi che tornano nelle accelerazioni di “Deathwish 1970”, con tanto di sax, e in “Venom”, in cui sono presenti anche sonorità tanto care agli Hawkind per il suo percorso evolutivo che giunge allo space-blues lisergico. Di acido lisergico con ritmiche blues è impregnata “The Comedown”. Tuttavia, l’apice creativo viene raggiunto in “Times Up” in cui la ritmica serrata sostiene assoli freejazz-rock, che si fondono con psichedelia e con il proto-punk. W il vintage-rock!!!
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autore: Vittorio Lannutti