Sestetto svedese con voce femminile lirica, operistica, I Diablo Swing Orchestra tentano un heavy metal con eccentrici innesti di elementi, i più vari possibili, presi in prestito da ogni quando ed ogni dove : a parte lo stile canoro di Annlouice Loegdlund, dalla potentissima ed alta voce soprano, che caratterizza il lavoro, le musiche infatti riprendono, sempre in chiave power metal, ritmi e suoni di volta in volta tex mex e mariachi, swing e ragtime, neoclassicismi barocchi, infine flamenco. Il risultato mi sembra, nel complesso, non malvagio, malgrado ‘The Butcher’s Ballroom’ alla distanza risulti anche stucchevole, proprio a causa di questo cantato femminile su toni acutissimi, con la cantante che in ‘D’Angelo’ addirittura rifà l’opera in lingua italiana, denunciando studi accademici.
Il disco immagino piacerà soprattutto al pubblico teenager che segue il pop metal di Marilyn Manson; tuttavia mi pare non si possano intravedere grandi margini di movimento ed innovazione, nel futuro di questo quintetto, che proprio per fare qualcosa di innovativo – ciò è da apprezzare ed incoraggiare – si perde per strada, rinchiudendosi nel vicolo cieco del neoclassicismo, con tanto di violini, clavicembali, al fianco di chitarre elettriche incandescenti. Il disco contiene 13 canzoni per 50 minuti.
Autore: Fausto Turi