“And then we met impero” segna una svolta decisiva nel percorso artistico del gruppo genovese. Lo ska-punk allegretto ed adolescenziale dell’esordio è ormai solo un piacevole ricordo. Con questo Ep di venticinque minuti, i Meganoidi entrano nell’indie sperimentale e ricercato, i generi di riferimento, infatti, sono il math di matrice shellachiana ed il post rock, con diverse incursioni jazz dei fiati. Nell’Ep si respira un’aria profondamente malinconica a partire da “And”. “Then”, invece, è molto più complessa, grazie anche ai quasi otto minuti, partendo con un indie-noise, nel quale si innesta una tromba, che ricorda la collaborazione di Roy Paci con i Fluxus, e si va poi verso suoni rarefatti, quindi per riaccelerare il ritmo ed omaggiare i Pink Floyd di “The wall” e tornare nel finale con un basso pulsante ed un cantato alla Steve Albini. “We” ha un incipit isterico, mentre poi passa ad un post rock e terminare con chitarre sghembe, riverberi ed un cantato frustrato, con “Met” i fiati serpeggiano in un assolo sostenuto dal ritmo incalzante degli strumenti e nella conclusiva “Impero”, anche questa di otto minuti, i genovesi partono con una tensione shellachiana, ma un po’ sotto tono e concludono con un jazz malinconico. Una bella ed inaspettata svolta.
Autore: Vittorio Lanutti