Quei cecchini della Thrill Jockey hanno messo a segno un altro colpo, esce “Sea from Shore”, disco solista del chitarrista/cantante/tuttofare David Brewis, membro insieme al fratello, dei già acclamati Field Music. Il David di Sunderland in versione indie rock, raccoglie in pillole le sfumature pop dei suoi lavori con la band di famiglia e sviluppa il suo progetto in totale solitaria; giusto in qualche traccia si lascia aiutare alle chitarre da Barry Hyde dei Futureheads, conseguendo un sound elettrico e impeccabile, enfatizzato da un ottimo lavoro di arrangiamenti che spinge il disco verso una pronuncia sorprendentemente molto più americana che british. Brewis, o anche School of Language, concentra i suoi sforzi per lo più sulle chitarre stesse, dal sapore vagamente anni ’90 e a metà strada tra Jim O’Rourke e Robert Wyatt; decide poi di perfezionare il tutto a suo piacimento attraverso marginali accenni post-punk, piccole e moderate accelerazioni prog, una mirata psichedelia di matrice scozzese e ci infila pure alla spicciolata qualche improvvisazione al volo. “Sea from Shore” è composto di undici brani di cui uno, “Rockist”, felicemente diviso in quattro parti, come spesso decidevano di fare tanti gruppi del passato e che oggi raramente accade. A trovarlo proprio il difettuccio, potrebbe pesare l’assenza del “singolone”, ma per chi ne avverte la mancanza, altrimenti, chi se ne frega!
Autore: Luigi Ferrara