Presences electronique è una rassegna dedicata alla musica elettronica contemporanea, dalle ricercate soluzioni artistiche dell’improvvisazione compositiva ai suoni e alle contaminazioni di genere che spaziano tra Europa e Stati Uniti. L’elemento video è più di una semplice présence, costante durante ogni performance è il supporto di divagazioni visive di ogni sorta.
Giunto alla sua terza edizione, il festival è frutto del lavoro del Gruppo di ricerca musicale (GRM) dell’Istituto Nazionale dell’Audiovisivo di Francia (INA) e si svolge presso la prestigiosa sede della Maison de Radio France di Parigi. L’odore della struttura organizzativa istituzionalmente riconosciuta emana dalle comode poltrone della Salle Olivier Messiaen, dotata di un sistema di amplificazione acustica che i francesi ci tengono a far notare.
Quattro serate di musica e video finemente selezionata, ingresso gratuito, il biglietto/invito si ritira sul posto fino a esaurimento. Mi addormento poco dopo lo spegnersi delle luci in sala quando Denis Dufour, compositore di origine lionese, libera le sue argomentazioni attraverso una serie di glitchs ripetuti che sfiorano l’atonia, per diventare più vigorosi fino a svegliarmi. Mi riprendo e sono lucido, attendo con una certa curiosità la preformance di Atau Tanaka e Zeck Settel, artisti che tra Francia, Stati Uniti, Giappone e Canada hanno fatto della ricerca del suono una ragione di vita. ‘Biomuse’ è il titolo del loro lavoro in coppia. Ne vedro’delle belle. Tanaka dispone di due braccioli che captano i suoni acustici provocati dal compare su di una scodella sfregata ripetutamente a colpi di bacchetta…I sensori del marchingegno diabolico del giapponese modificano il suono all’incalzare dei suoi stessi movimenti, che disegnano traiettorie pronte a trasformare il suono acustico in elettronico. Tanaka s’improvvisa direttore d’orchestra. Tensione, contatto, telepatia, magia elettronica.
Breve pausa, e ricarico le batterie per il finale targato Alva Noto (nella foto) e Mouse on Mars. Respiro attesa da Neapolis festival ’06, mi piazzo davanti, in prima fila. Alva Noto è strabiliante. Ha una fronte ben sporgente, che quasi sembra fondersi col suo laptop, dal quale lascia partire ‘Xerrox’, titolo dell’ “opera” che presenta per la serata. Melodie di pubblicità, cingolii d’ascensore,suoni di fax e modem, compressioni metropolitane. La musica è astratta e groovy allo stesso tempo. Spettacolare l’infinità di puntini proiettati sullo schermo alta – risoluzione alle sue spalle, insetti che s’intrecciano ad alta velocità, per assumere forme geometricamente riconducibili a rettangoli che si inanellano. Il set dura ben tre quarti d’ora, e dà una certa carica emotiva prima dei “topi su marte”. Sarebbe perfetto lasciare andare il corpo quando attaccano i Mouse on Mars. Ritrovo il limite di assistere ad uno spettacolo del genere in un auditorium. I tedeschi ballano, si divertono, noi da seduti possiamo solo accennare movimenti, al massimo battere i piedi. Quando i beats aumentano, e il suono assume venature dancefloor, non c’è n’è piu’ per nessuno. Andi e Jan danno vita a una sorta di post party di ogni genere, si esaltano a colpi di minimal techno e dub, lasciando un po’intontita la platea che cercano comunque di coinvolgere durante il set, quando Andy d’un tratto si ferma e chiede al pubblico se il suono è “pulito”. E quando ormai si accendono le luci per segnalare la fine dei giochi e il sipario che sta per calare, gli instancabili tedeschi non sembrano convinti di volerla finire li’…
Autore: Antonio Ciano
www.ina.fr/grm/agenda/presences07.fr.html