Gli Zoldester si sono scelti un nome che sembra uscito da un cartone animato giapponese tipo Mazinga, Daitan III, e suonano un indie pop di buonissima fattura. Questo disco d’esordio di 27 minuti mette a segno una successione di 9 episodi che lasciano ben poco spazio per critiche gratuite.
Alla base di “Se” c’è una notevole capacità di scrivere canzoni pop a presa rapida che in Italia – in questo momento – appartiene a gente come Carmen Consoli, Max Gazzè, Perturbazione, Baustelle e pochi altri, senza scadere mai nel banale e nell’ovvio: i testi di Fabrizio Panza sono semplici ma offrono all’ascoltatore di qualunque età la sponda per l’immedesimazione (nel loro sito internet si legge la loro convinzione primaria sull’umanità tutta: “Siamo esseri complessi, piccoli inutili terremoti. Numeri periodici. Orizzontali e verticali. Piccole stelle che credono di essere sole e non si accorgono di molto splendere”).
Va detto che gli Zoldester sono fondamentalmente un one-man band: accanto a Fabrizio Panza (voce, chitarra, testi) c’è Francesco De Napoli (suo ex collega nei Quarta Parete) che qui pare occuparsi tuttavia solo di grafica ed immagini (splendida la confezione cartonata legata con vero spago ed il booklet, ma Francesco non suona e non compone…), e poi una serie di session man tra i quali un trio d’archi, che dà una decisiva sponda “spectoriana”, diciamo così, a tutto il disco.
Tanti gli episodi dalla portata radiofonica che tuttavia, ahime, non hanno alcuna speranza di passare per radio in un paese – l’Italia – dove le etichette major lottizzano gli spazi eterei (del resto in questo Autunno che volge al termine non abbiamo notizie radiofoniche di piccoli “giganti” quali Perturbazione e Baustelle, figuriamoci di un gruppo esordiente sulla piccola “Cadaveri e Papere” quale questo…).
Sia il tono di voce che l’impostazione narrante, sognatrice e zuccherosa di Fabrizio mi han dato lo spunto per riflettere al posto vostro sul modo in cui la canzone pop italiana moderna possa esser stata insospettabilmente condizionata, una volta in più nel bene, dal fenomeno progressive italiano degli anni 70: perchè le composizioni di gruppi storici quali Orme, Osanna (gruppi prog che rispettavano la forma canzone di 3 minuti, con strofe/ritornelli) richiamano qua e la le tracce di questo CD targato Novembre 2005: e chissà cosa ne pensano i diretti interessati…
Noi intanto beneficiamo di questo dischetto che si candida quale valido regalino natalizio da fare alla persona cui vogliamo bene, ed abbiamo risolto anche questo critico, puntuale assillo che ogni anno si ripresenta.
Autore: Fausto Turi