The Shak&Speares: segnatevi questo nome, perché stiamo parlando di una band che andrà lontano. Questo gruppo, noto anche come “Famiglia Marlowe”(due nomi fanno subito pensare allo scontro tra i due grandi drammaturghi britannici), seppur si classifichi come emergente, annovera tra i suoi membri alcuni tra i più apprezzati musicisti della scena indipendente campana, come l’ex El-Ghor Luigi Cozzolino.
Insomma, tutti i presupposti per creare qualcosa di molto buono, che si concretizza in “Gagster”, il loro disco d’esordio. Otto tracce che sono un riuscitissimo mix tra punk, folk vecchia maniera e ska, tutto condito da un pizzico di sonorità balcaniche, la cui energia le rende impossibili da ascoltare stando seduti. Sì perché la tentazione è quella di alzarsi e ballare al ritmo di pezzi come “Tangosh” (non ascoltatelo al lavoro, o non resistere alla tentazione di fare un balletto in ufficio!), “Zoolander” e “Stay foolish, stay groupie”.
“Gagster” è uno di quei dischi perfetti per essere la colonna sonora di un’intera giornata, da ascoltare in loop, sia quando ci si sente allegri ma anche quando si vuole ravvivare con un po’ di ritmo un giorno piatto. Paragonare il lavoro degli S&S a quello di altri colleghi musicisti non è facile, perché uno dei loro grandissimi pregi è il riuscire a prendere a piene mani da più generi, senza però risultare la copia di nessun altro, cosa da non poco ma che non stupirà chi conosce un minimo i talentuosi membri della famiglia Marlowe. Ma se proprio vogliamo citare alcune fonti d’ispirazione non possiamo non citare i Violent Femmes, Clap Your Hands Say Yeah, l’irruenza punk dei Gogol Bordello e il post-folk di gente tipo Noah and the Whale.
Anche dal punto di vista tecnico non c’è nulla da eccepire: buone liriche, buoni arrangiamenti e ottima compenetrazione tra gli strumenti, per un esordio davvero comme il faut, per dirla in francese. C’è solo da augurarsi che gli S&S rimangano quello che sono e si mettano presto al lavoro su un nuovo disco.
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autore: Veronica S. Valli