Persa la trasferta spagnola della nostra redazione (leggasi Primavera Sound Festival di Barcellona, sigh…), decido di attenuare la delusione per la dolorosa defezione, recandomi al concerto napoletano delle CocoRosie. Entrando nel locale, oltre le solite facce “cittadine”, mi imbatto nella curiosa figura di Nina Nastasia, compagna d’etichetta del gruppo (?) e che, presumo, si trovi qui in gita di piacere, dopo esser stata una delle protagoniste della rassegna iberica di qualche giorno prima. Lasciate da parte tali marginali notazioni, veniamo al vero motivo di queste righe. Sono circa le dieci, quando Bianca e Sierra Casady fanno la loro comparsa nel locale. Le due sorelline statunitensi di stanza a Parigi paiono alquanto emozionate davanti al pubblico e poco propense ad interagire con esso. Motivo per cui entrambe si concentrano quasi esclusivamente sui rispettivi strumenti e sulle voci. A dire il vero ero curioso di vedere come le ragazze avrebbero impostato la resa live di “La Maison De Mon Rève”, disco assemblato in gran parte ricorrendo all’utilizzo di strumenti giocattolo, nastri pre registrati e chincaglierie assortite. Oltre ad una normale chitarra acustica ed una tastiera, le ragazze si son premunite di portarsi appresso un’arpa, due comunissimi registratori a cassetta ed alcuni gingilli di terza mano che forse neanche mio fratello di dodici anni usa più. In un epoca contraddistinta da costosi e fighissimi laptop, trovarsi di fronte a cotanto artigianato musicale è stato un salutare ed intrigante shock. Il substrato sonoro, comunque, si è sposato benissimo con le delicate e tenui melodie create dalle voci di Bianca e Sierra. Magari ciò che è parzialmente mancato, è stata una maggiore partecipazione emotiva, fattore che non sembra far parte molto del dna delle carinissime Casady “sisters”. Và bene avere delle idee interessanti da proporre, però, un po’ d’anima in più l’avrebbero potuta mettere. O è chiedere troppo?
Autore: LucaMauro Assante