Oggi la nostra tastiera ticchetta su questo duo britannico, che vede all’opera, nella persona di Don Mandarin e Mike Mooney, due nomi non nuovi. Laddove il primo ha avuto modo di farsi conoscere (relativamente) anche come Rich Beale of Pregnant, il secondo ha un passato più illustre come chitarrista per Julian Cope e come componente dei Lupine Howl (vale a dire come uno dei membri degli Spritualized silurato da Jason Pierce). Valido suggerimento, specie l’ultimo, su ciò che possiamo aspettarci dal nome Applecraft.
“The Happiest Man Alive” è infatti un discreto manufatto su sfocate coordinate psycho-pop, in cui deboli vocals, sussurrate o, nei refrain, falsettate, viaggiano su tappeti di chitarra mai troppo aggressivi, secondo la cifra stilistica codificata dai dream-poppers per eccellenza Galaxie 500, che, per quanti anni possano essere trascorsi dai loro fasti, non smettono mai di essere saccheggiati. Il risultato è un saggio di “folk astrale” inequivocabilmente brit e non si può dire che lasci l’amaro in bocca, benchè sfili via, nei suoi complessivi 50 minuti, senza particolari sussulti. Non vedo il motivo per parlarne male, ma, in fondo, neanche per scodellare elogi a piene mani.
Autore: Bob Villani