Un esordio cinematografico che inizia con una promessa: “vivrò ogni giorno come se fosse l’ultimo”.
Miranda July ha incantato il pubblico con il suo prodigio cinematografico, sceneggiato, diretto e interpretato da lei stessa nelle sembianze di Christine.
È la storia di un incontro tra una giovane artista, che come secondo lavoro fa la tassista per anziani, e un commesso, neodivorziato con due figli a carico.
È la storia di un bambino che per caso entra in una chat erotica e dà un appuntamento al buio a una donna di mezza età.
È l’incontro tra due ragazzi vicini di casa.
Un intreccio di storie che fa da cornice alla romantica conoscenza dei due protagonisti.Un “patchwork” di vita quotidiana che racconta come la vita è al rovescio pur essendo a testa in su. Come appendere un quadro su un albero o cercare lettere tra le righe di un libro e cerchiarle per far si che ciò che si vuole in quel momento accada. Come vivere la propria storia d’amore su un marciapiedi ed immaginare che su quello ci sia tutta la vita passata insieme, e una volta girato l’angolo… morire. Come voler vivere gli attimi che non si riusciranno a vivere e immaginare che i silenzi della vita non siano veri silenzi ma colonne sonore, minimaliste, elettroniche, sussurrate come le parole che mancano agli sguardi, come scarpe che fanno male e non volerle cambiare perché cambiandole la vita potrebbe prendere una strada diversa.
Come bruciarsi una mano, darsi fuoco, e desiderare di salvarsi la vita.
Film colorato, vivace, bizzarro ma reale alla maniera di punti e virgole tracciati su di un foglio stampato dove potersi riconoscere in mezzo a tutta la gente che si conosce.
Miranda July, la quale pubblica storie su riviste, recita performances radiofoniche, gira cortometraggi proiettati in musei internazionali, new entry nel mondo del cinema con “Me And You And Everyone We Know” vince quattro premi a Cannes e due a san Francisco. Tutto grazie alla cronaca fragile, tenera e vivace d’incontri pieni di magia e di entusiasmo.
Autore: Chiara G.