Dopo alcuni singoli, i Moreish Idols pubblicano nel 2022 l’EP “Float” che contempera ora un post punk impreziosito dall’uso dei fiati aperti verso più estesi territori anche “melodici” (come bel testimonia la riuscita “Hangar”), ora un rock contaminato da umori “wave” (come per “W.A.M.”), ora più morbide ambientazioni (come in “When the River Runs Dry”), ora reminiscenze indie (come per “Speedboat”).
Del 2023 è il secondo EP “Lock Eyes And Collide”, in cui si inizia già a percepire maggiore maturità, definizione e per certi versi accessibilità, come nella bella “Nocturnal Creatures” e in “Chum”; ancora da menzionare le restanti “Between These Ears” e “Green Light”.
Ora con LP d’esordio “All In The Game” (Speedy Wunderground) i Moreish Idols centrano il bersaglio, restituendo un disco equilibrato, d’ispirazione indie e dall’esatta fruibilità come dimostra subito, in apertura, la piacevolmente orecchiabile “Ambergrin”.
Morbidezza e misura si avvertono anche nella più spinta “corsa” di “Railway”, perfetta nel suo cambio melodico.
“All In The Game” è ottima ballata che mi ha richiamato alla mente (non so perché), tra le righe del pentagramma vocale, quel piccolo gioiello “They Removed All Trace That Anything Had Ever Happened Here” degli Hood.
Se “Sundog” non catalizza l’attenzione più di tanto (per quello che è il momento d’ascolto meno riuscito), “Pale Blue Dot” è invece giusto singolo con il suo “we don’t know” che si conficca nella mente con forza e che chiude un Side A più che convincente.
Girato il vinile, “Acid” conferma quanto di buono finora ascoltato e come per “Raiway” si mostra anch’esso brano misurato nella sua “apparente” maggiore spigolosità data dalle distorsioni, dalle abrasioni, dai tappeti noise e dal riff graffiante.
Di pregio è “Slough”, che si pone senza sfigurare nel solco tracciato da una certa produzioni di gruppi quali Idles, Fontaines D.C. & co.
Urbana e notturna è “Out Of Sight” che porge il fianco a un mood da jazz/fusion del 2000; sonorità jazz che tornano in “Tiny Flies” nell’unione tra un gusto anni novanta (nella prima parte) a fiati easy in stile anni settanta (nella seconda).
“Dream Pixel” è altra composizione di punta che riporta i giri “su” con incisività (non a caso pubblicato anch’esso come singolo).
In chiusura la breve e ovattata “Time’s Wasting” dal bel refrain che congeda un lavoro discografico che piace e che è da ascoltare come un giusto “acido nel mattino” con il quale i Moreish Idols hanno deciso di mettersi in “gioco” seriamente.
https://www.instagram.com/moreishidols
https://www.facebook.com/moreishidols