Il messaggio dei Mother Love Bone oggi risuona più chiaro che mai: senza la loro breve, abbagliante luce, il grunge non sarebbe stato la stessa forza culturale. Grazie alla riedizione di The Love Bone Earth Affair – e le nuove edizioni dei loro album che non sono solo un tributo, – è possibile riscoprire la storia autentica di una rivoluzione musicale iniziata con i semi della rivoluzione musicale sul finire degli anni ’80 e inizi degli anni ’90.
Il 2025 segna una sorta di rinascita per i Mother Love Bone, band seminale di Seattle la cui luce si spense troppo presto. A distanza di 35 anni, il loro album Apple (1990) e l’EP Shine (1989) tornano in edizioni rimasterizzate, mentre il documentario The Love Bone Earth Affair – per decenni disponibile solo in VHS o in bootleg di bassa qualità – approda finalmente su YouTube in versione HD.
Questo ritorno offre una nuova occasione per scoprire la band che, tra crisi personali e sogni infranti, ha gettato le fondamenta del grunge e ispirato i colossi che seguirono, dai Pearl Jam ai Soundgarden, passando per Alice in Chains e Nirvana.
I Mother Love Bone nacquero nel 1988 dalle ceneri dei Green River (Stone Gossard e Jeff Ament) e dei Malfunkshun (Andrew Wood), unendo chitarre potenti al carisma teatrale di Andrew Wood, definito “l’unico frontman comico di Seattle”. Con il batterista Greg Gilmore e il chitarrista Bruce Fairweather, la band firmò con la major PolyGram e nel 1989 pubblicò l’EP Shine, primo disco di un artista di Seattle su un’etichetta major .
Tuttavia, il destino segnò il loro percorso. Nel marzo 1990, pochi giorni prima dell’uscita dell’album di debutto Apple, Wood morì per overdose di eroina a 24 anni. La sua scomparsa non solo fermò i Mother Love Bone, ma scosse l’intera scena musicale di Seattle, spingendo artisti come Chris Cornell dei Soundgarden a creare il tributo Temple of the Dog, dove Gossard e Ament incontrarono per la prima volta Eddie Vedder .
Apple non è un semplice disco, ma una capsula del tempo di un’epoca di transizione. Al suo interno, si mescolano: epicità glam con i brani “This Is Shangrila” e “Holy Roller” che univano riff maestosi ai vocalizzi istrionici di Wood, e le movenze abbastanza accentuati che ricordavano altri cantanti iconici dell’epoca.
I testi avevano una sorta di lirismo profetico come per la traccia “Crown of Thorns” dove risuonano versi come “Say he who rides a pony must someday fall”, un presagio della tragedia imminente .
Tracce come “Stardog Champion” e “Gentle Groove” mostrano le radici del sound dei Pearl Jam, con chitarre melodiche e ritmiche ipnotiche. In altre parole il grunge in fase embrionale.
L’album, sebbene oscurato dalla morte di Wood, è oggi considerato un ponte tra il hard rock degli anni ’80 e il grunge degli anni ’90.
Originariamente pubblicato nel 1993, The Love Bone Earth Affair è molto più di una raccolta di video: è un ritratto intimo della band attraverso interviste rare con Wood, Gossard e Ament o performance live grezze che catturano l’energia dei club di Seattle.
Il documentario – che potete vedere qui sotto – mostra non solo il talento musicale, ma anche la vulnerabilità di Wood, la cui lotta contro la dipendenza diventa una parte centrale della narrazione. Fino al 2016, il film era disponibile solo in VHS o nel cofanetto On Earth As It Is – The Complete Works, ma l’upload HD su YouTube lo rende finalmente accessibile a tutti.
https://www.facebook.com/MotherLoveBoneFans/

































