Si è da poco conclusa all’Area 17 di Fuorigrotta, la settima edizione di Adunata Sediziosa, il festival organizzato dalle realtà antagoniste campane. Sul palco sono andati in scena la dj-culture made in Naples di Stefano Miele, la popolare di Carlo Faiello, ma soprattutto il reggae e le sue propaggini: dallo ska dei Rudy e Crudy e dei ritrovati Toubab al rock-steady di Jovine, da quello contaminato dei veterani Africa Unite al rock-dub dei Palkoscenico, fino all’ipnosi electro-dub di Zion Train, che ha proposto un live-act intenso, perso nelle spirali della reiterazione.
Spazio anche alle rime, con Caparezza sugli scudi come evento più atteso, in termini di presenze. In effetti lo show del giullare di Molfetta si è confermato solido, ben costruito e generoso, anticipato dall’hip-hop al femminile di Alea, abile nel declinare il dialetto napoletano con accenti americani.
La sorpresa è arrivata nel giorno di chiusura quando i microfoni sono passati dalle mani dei Colle der Fomento, storica crew romana, a quelle dei Co’Sang, duo di Marianella col loro seguito di fedelissimi, per vomitare la “poesia cruda” dei loro testi, in cui contare i morti ammazzati è un’impresa. Impossibile, tuttavia, non rintracciare nella loro esibizione efficacia e autenticità nel raccontare il dramma perpetuo di “quella” periferia. Questa, a grandi linee, la vicenda musicale di un festival in cui il binomio musica-divertimento non è un’addizione, né tantomeno un’equazione e i cui proventi ( l’ingresso variava dai 3 ai 5 euro) sono destinati all’auto-finanziamento. Adunata sediziosa è piuttosto un contenitore dove, durante i sei giorni, è emerso il lavoro delle realtà antagoniste – dai media indipendenti ai centri sociali – attraverso dibattiti, laboratori e proiezioni, su svariati temi come il dramma di Beirut, il copyleft e le nuove forme di produzione della cultura, le rivolte taciute dell’America Latina, le connessioni tra droga e criminalità, tra mafia e politiche del territorio, con l’obiettivo di informare, sensibilizzare quanti a sinistra sentono di non avere “mandanti”, né rappresentanti.
Autore: Fabio Astore
www.officina99.org