I Massive Attack sono di nuovo al centro del dibattito politico e artistico. Durante uno dei loro recenti live, un breve spezzone video che mostrava Yahya Sinwar — leader di Hamas ucciso nel 2023 — ha scatenato l’ira dell’influencer israeliano Hen Mazzig, che ha accusato la band di “istigazione” e di simpatizzare con Hamas.
La risposta del gruppo trip-hop non si è fatta attendere: minacce di azioni legali, accuse di manipolazione del contesto artistico e una dichiarazione forte e chiara sui social. “Usiamo collage visivi per parlare di guerra, emergenza climatica, colonialismo — non per celebrare i protagonisti di quelle tragedie,” scrivono Robert Del Naja & co.
E non è la prima volta che i Massive Attack prendono posizione netta. Da anni al fianco della Palestina, hanno trasformato il loro set al LIDO Festival di Londra in un atto politico: Yasiin Bey sul palco, immagini di Gaza, il volto di Marwan Barghouti sullo schermo e le parole di Nelson Mandela a chiudere il cerchio. E il pubblico? Migliaia di mani alzate e bandiere palestinesi sventolanti.
I Massive Attack continuano a dimostrare che la musica, per loro, non è solo intrattenimento: è attivismo, è denuncia, è lotta culturale. Nel bene e nel male, la loro arte fa rumore. E in tempi come questi, il silenzio è la vera complicità.
La band prossimamente sarà in tour in Italia: 18 giugno Segrate (Milano) – Parco Della Musica di Milano, Unaltrofestival.
19 giugno Ferrara – Ferrara Summer Festival, Piazza Ariostea. 22 giugno Napoli, Arena Flegrea, Noisy Naples Fest, 24 giugno Gorizia – Casa Rossa Arena.
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