Scoprii i Neptunian Maximalism quando acquistai “sulla fiducia” il loro “Set Chaos to the Heart of the Moon” (del 2022 e pubblicato a nome Neptunian Maximalism & its Supernova Arkestra), doppio LP di spessore, contenente la registrazione live del 2021 al Roadburn; il disco, oltre a essere su supporto audio, era arricchito anche da un bel DVD che immortalava la loro performance e che esaltava la miscellanea di sperimentazione, drone, doom, psichedelia e free jazz, marchio di fabbrica del ensemble (sul loro canale YouTube si può apprezzare l’importanza che Neptunian Maximalism danno alle riprese delle esibizioni).
On line (qui): consultata il 20 maggio 2025) si legge: ‘NEPTUNIAN MAXIMALISM, a.k.a. NNMM is a community of “cultural engineers” (*Genesis P-Orridge) using sounds, with a variable line-up. This project was initiated by Guillaume Cazalet (CZLT) and the veteran saxophonist player Jean-Jacques Duerinckx (Ze Zorgs) in Brussels (2018), during a residency with and two drummers Sebastien Schmit (K-Branding) and Pierre Arese (AKSU). The result was a bifacial entity, sometimes calling for a primitive voodoo trance with percussive intonations, dominated by rhythm and a savage movement, sometimes towards a psychedelic meditation with prophetic and spiritual accents resting on an amplified drone music where time is explored, harmony, the power of the tonic and its iridescent harmonics, durability, weight, ruin‘.
“Set Chaos to the Heart of the Moon” costituiva un viaggio senza soluzione di continuità, rituale, ancestrale e “magico” che dalla parte corale iniziale si sviluppava in continue cicliche evocazioni cariche di pagana ritualità.
Così, andando a ritroso nel tempo, fu la volta della monumentale trilogia di “Éons” (del 2020), coriaceo lavoro suddiviso in tre parti “astrali”: “To The Earth (Aker Hu Benben)”, “To The Moon (Heka Khaibit Sekhem)” e “To The Sun (Ânkh Maät Sia)”. A ben ascoltare “Éons”, malgrado conservasse l’impronta dell’improvvisazione, si discostava dal precedente “HS63: A Voodoo Heavy Tribal Experience (Live 2018)”, essendo caratterizzato da maggior “forma” e minore “astrazione”, marchio di fabbrica questo che aveva distinto la vocazione dei “Neptunian Maximalism”; si ascoltino in proposito il bel “M4: A Voodoo Heavy Tribal Experience (Live 2018)” e l’evocativo “HS63: A Solar Drone Opera NNMM Arkestra (Live 2019)”, lavori che certificano come i “Neptunian Maximalism” si riescano ad esprimere al meglio quando si “perdono” nella dimensione live. Del 2018 è da citare anche il loro esordio “The Conference Of The Stars”.
Dopo “Éons” la pubblicazione di un’altra torrenziale performance live live (registrata a Magasin, Brussels, l’11 marzo 2020) celebrata nei circa 53:00 minuti di “Solar Drone Ceremony” con la sua scura psichedelia, echi di krau e atmosfere da sabba.
Del 2022, “Finis Gloriae Mundi” che è in sostanza figlio di “Set Chaos To The Heart Of The Moon Live At Roadburn 2021”.
Ora è la volta di “Le Sacre Du Soleil Invaincu” (I, Voidhanger Records), pubblicato a nome Neptunian Maximalism Adishesha Arkestra e registrato “on 2023 at St John’s on Bethnal Green church in London for The Judgment Hall Festival”, con formazione composta da: Stephane Fedele (Drums, Gong); Didié Nietzsch (Synthetiser, iPads); Romain Martini (Rythm Electric Guitar); Reshma Goolamy (Electric Bass Guitar, Vocals); Joaquin Bermudez (Electric Saz, Ebowed Electric Guitar, Daf); Guillaume Cazalet (Lead Electric Guitar, Vocals, Trumpet, Zurna, Surbahar).
Anche questo lavoro è diviso in tre parti ideali a loro volta divise in sub-parti con espliciti richiami al mondo indiano e al “raag” (Raag Marwa, Raag Todi e Raag).
“At Dusk” (con i suoi quattro “movimenti” Raag Marwa) è lento flusso di coscienza che cresce con il crescere delle abrasioni e delle distorsioni che si spengono nell’ultimo pagato e gutturale drone conclusivo.
“Arcana XX” (con i suoi tre “movimenti” Raag Todi) è iniziatico viaggio indiano che esplode in suoni ai limiti del noise per poi rallentare in abissi di rock psichedelico.
“At Dawn” (con i suoi quattro “movimenti” Raag Bairagi) continua le esplorazioni attraverso mondi acidi, onirici, lisergici, “orientali”, esaltando le doti di un gruppo che, restando fedele a se stesso, fa della dimensione live un rito collettivo da “sentire” e da vivere come momento di comunione celebrata dalla musica suonata.
https://neptunianmaximalism.bandcamp.com/
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