Capita che venga pubblicato l’ultimo lavoro discografico di un musicista di tua “conoscenza”; capita che, per recensire il disco, dalla tua “collezione” riprenda in suoi precedenti vinili per riascoltarli; capita così di restare (nuovamente) stupito, a distanza di anni, per quanto sia bello un disco.
Questo è quello che mi è successo con Cory Hanson nel mettere sul piatto il meraviglioso “Pale Horse Rider” (del 2021), perfetta sintesi di cantautorato indie/folk con le sue splendide “Paper Fog”, “Angeles” (con la coda che sembra uscita da quel capolavoro che è “Solid Air” di John Martyn), “Pale Horse Rider”, “Another Story From The Center Of The Earth” (in “odore” di Neil Young)….
A dire il vero Hanson fino ad ora non ha mai deluso, imponendosi da subito già con l’ottimo disco d’esordio del 2016 “The Unborn Capitalist From Limbo” (di pregio “Replica” con il suo cambio che mi ha riportato alla mente “I Know What I Like (In Your Wardrobe)” dei Genesis), e ancora “The Unborn Capitalist From Limbo”, “Garden Of Delight”, “Ordinary People”… per un lavoro che, a parere dello scrivente (ma resta un gusto personale), peccava solo per un uso eccessivo di orchestrazioni.
Se del 2020 è la collaborazione con Ty Segall per il “psichedelico” singolo “She’s A Beam/Milk Bird Flyer”, nel 2023 le sonorità acustiche di “Pale Horse Rider” assumono contorni (anche) più “duri” nel bel “Western Cum” (come dimostrano da subito “Wings”, “Housefly”, “Persuasion Architecture” con le sue abrasioni “hard rock”, “Horsebait Sabotage”, “Driving Through Heaven”…).
Ora, con “I Love People” (Drag City), Hanson torna a solcare territori più acustici, intimi e folk.
Messo il vinile sul piatto la scrittura di Hanson si esprime da subito con carattere nella riuscita “Bird On A Swing”.
“Joker” è esatta nel suo essere radiofonica, da stazione radio lungo un autostrada statunitense, con tanto di assolo di “accattivante” sassofono nel finale.
Con piacevolezza gira anche la più psichedelica e sessantottina “I Love People”.
Se delicata è la ballata “I Don’t Believe You”, al pianoforte e a sonorità più notturne è affidata “Santa Claus Is Coming Back To Town” (l’ho immaginata cantata da Tom Waits).
Il pianoforte è protagonista anche in “Lou Reed” che congeda con malinconici “ricordi” il Side A.
Girato il vinile, “Final Frontier” è ballata da “frontiera”, frontiera che diventa da old-west al tramonto in “Texas Weather”.
Se la bella “Bad Miracles” ricorda a suo modo un certo Neil Young, in “Old Policeman” sotto un orecchiabile tema si fanno strada le orchestrazioni che portano alla conclusiva country/rock “On The Rocks”.
Terminato l’ascolto, si può dire che sebbene sia lontano dal meraviglioso “Pale Horse Rider”, con “I Love People” Cory Hanson abbia centrato ancora con gusto il giusto “bersaglio”, con un quarto LP di una discografia sempre “all’altezza”.
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