Non sarà certamente un premio, seppur prestigioso come il recentissimo Mercury Prize 2012, a decretare un futuro radioso a questo quartetto di Leeds, ma sicuramente questa consacrazione quasi istituzionale chiude un cerchio perfetto intorno a questa band che con l’album d’esordio “An Awesome Wave” ha sparigliato completamente le carte sul tavolo delle next big thing.
Se poi ci mettiamo anche il neologismo creato appositamente per definire il loro genere , folk-step, allora possiamo affermare che davvero siamo in prossimità di una “grande cosa” o perlomeno di qualcosa di particolarmente allettante come poche altre.
Radiohead, Fleet Foxes, Grizzly Bear, Four Tet, Animal Collective: sono questi i riferimenti e le influenze chiamate in causa per inquadrare questo esordio così luminoso, frutto di intrecci armonici che guardano al folk cantautorale e l’elettronica più umanizzata, che miscela chitarre acustiche ed elettriche con synth e tastiere, come se Devendra Banhart, in un pomeriggio invernale, si fosse chiuso in una stanzetta con i Notwist.
Tutto molto bello e ben fatto, sin dall’iniziale “Intro” con le sue atmosfere trip-hop di chiara matrice bristoliana per passare alla seducente “Tesselate” con le sue ritmiche downtempo ad accompagnare un cantato quasi ancestrale.
Breezeblocks, primo singolo all’uscita dell’album è la sintesi perfetta di tutta la poetica di questo gruppo: cambi di ritmo, cori vellutati, momenti quasi hip-hop che divertono, rinfrancano, spalancano le finestre per lasciare entrare aria nuova e frizzante.
Something Good e Dissolve Me scorrono veloci e leggere, introducendo ugualmente elementi di fascino, una fuga pianistica perfettamente cadenzata nel primo caso, e un perfetto tappeto di synth e tastiere che supportano un cantato magico alla Fleet Foxes nella seconda.
Una dolcezza commovente trapela dalle chitarre e dagli archi dalla meravigliosa “Matilda”, forse il punto più alto di tutta l’opera. Flitzpleasure invece, nella sua attitudine quasi dark, ci regala momenti energici e distorti, diversi e lontani dalla delicatezza cinematica di tutto l’album, come per rimarcare quel concetto dietro al quale si basa tutto il progetto: il cambiamento, quel delta (?), frutto dalla combinazione dei tasti Alt e J su una tastiera Mac.
I fortunati (sì perchè il concerto è sold-out) potranno rivederli dal vivo in Italia il prossimo 30 Novembre presso i Magazzini Generali di Milano.
Autore: Alfonso Posillipo