I Fountaines DC, fortunata band di Dublino, capitanata da Grian Chatten e composta da Tom Coll, Conor Curley, Conor Deegan III e Carlos O’Connell, hanno pubblicato a poche settimane di distanza dal tour italiano, che li vedrà impegnati a giugno in tre date (17 giugno – Bologna – Sequoie Music Park (già sold out), 18 giugno – Roma – Rock in Roma, 19 giugno, Milano – Carroponte), una versione deluxe dell’ottimo quarto loro disco Romance, con cui chiaramente l’anno scorso si sono candidati a volersi imporre nel mainstream rock.
Oltre al recente nuovo singolo It’s Amazing To Be Young e al suo video musicale diretto da Luna Carmoon, l’album deluxe contiene la nuovissima canzone prodotta da James Ford Before You I Just Forget e una versione live di Starburster che la band ha unito a In Heaven (Lady In The Radiator Song) di David Lynch, canzone della colonna sonora originale di Eraserhead del 1977.
L’uscita non precede solo il tour italiano, ma una intera grande estate di concerti per i Fontaines D.C: sono in programma un tour nordamericano di 24 date che culmina con tre spettacoli sold-out all’Hammerstein Ballroom di New York dal 16 al 18 maggio, e poi si esibiranno di fronte a 100.000 persone in quattro spettacoli all’aperto già sold-out a Londra, Manchester, Newcastle e Cardiff, compreso un evento da 45.000 posti al Finsbury Park di Londra il 5 luglio. Un tour mondiale che è già un trionfo, E che segue un 2024 già fortunato e decisivo per i Fontaines D.C.: Romance infatti è stato salutato tantissime importanti riviste del settore come uno dei migliori dell’anno, ha vinto un BRIT Award e ha ricevuto la candidatura a due Grammy, portandosi a casa recensioni a cinque stelle da NME, The Guardian e Mojo, mentre Rolling Stone lo ha salutato come disco n.1 del 2024 in UK.
Forse però il giudizio più acuto fra tutte queste firme è quello del Sunday Times, che nel proclamare il disco come n. 1 del 2024 ha dichiarato che il disco è “un disco di consacrazione di una band che ha cominciato a Dublino ma vuole lasciarsi il passato alle spalle per conquistare il mondo”. Anche Freak Out (nella sua recensione all’uscita del disco di quasi un anno fa che può essere letta QUI) ha condiviso questa diffusa idea che sia il loro disco più mainstream e spendibile per il successo planetario, che infatti è prontamente arrivato. Resta il dubbio che la band più importante in circolazione secondo Elton John e molti altri lasci anche il segno nella storia della musica del primo quarto di secolo, oltre che lasciare il segno nell’attualità di questi anni.
Di certo, Romance abbandona l’originario post-punk da periferia dublinese e come Sunday Times (ma anche noi di Freak Out l’avevamo detto) ha ben colto è un album “widescreen” ovvero di ampio respiro e di strategica mescolanza di sotto-generi.
Secondo Dazed, (anche loro hanno proclamato Romance album dell’anno) “I Fontaines D.C. si sono evoluti, piuttosto che diluiti, e il successo del disco dimostra che si possono riempire le arene senza svendersi”. E di certo c’è evoluzione fra i suoni grezzi benché melodici del loro disco precedente del 2022 Skinty Fia e quelli articolati e sapientemente prodotti da James Ford di Romance. Soprattutto e più di tutto, si abbandonano le atmosfere locali gaeliche (nei testi e nelle melodie) per parlare a un pubblico più ampio. Non c’è più molta traccia di Irlanda nei pezzi che compongono Romance, sapientemente distribuito fra brit-rock più schitarrato e ritmico (Starbuster, Here’s the Thing, Bug, Death Kink, Favourite) in cui il post-punk delle origini lascia spazio (specie in Starbuster e Bug) all’industrial in stile Kasabian, e pezzi più intimi, e contemporaneamente profondi e evoluti musicalmente fino allo shoegaze come Desire, In the Modern World, Motorcycle Boy, Sundowner, e due ballate romantiche strappacuori come Romance e Horseness Is The Whatness, anche se la prima è volutamente oscura e cupa.
Ebbene, in questa sapiente mescolanza di generi in cui i Fountaines sembrano essersi gettati con magistrale dovizia per sfondare a tutti gli effetti e per tutti i palati, le tre tracce della versione Deluxe aggiungono tasselli importanti in questa nuova direzione
It’s Amazing To Be Young prosegue la strada di Favourite, quasi come fosse un seguito immediato dell’ultimo pezzo del disco originale, non a caso il più stupefacente per chi conosce i Fountaines dagli esordi di Dogrel e A Hero’s Death, perché ne replica le melodie solari, eteree, e il cantato da inni a cui i cinque di Dublino non erano avvezzi in origine.
Before You I Just Forget approfondisce la parte shoegaze del disco, con un originale parlato quasi rap di Chatten, e infine la versione live di Starbuster è una vera riscrittura della canzone, di cui mette da parte le chitarre e la batteria per farla diventare una ballata di pianoforte, poi mescolata nel suo stile trasognato tra liriche e ritornello a quella di Lynch (un voluto omaggio al regista recentemente scomparso).
Con It’s Amazing To Be Young come nuovo e quinto singolo in particolare si può dire che gli stili del disco (a parte le due ballate) a questo punto sono tre e non più due: shoegaze, brit rock/Industrial e un rock melodico e solare che ruota intono a Favourite, i due nuovi inediti, e Horseness Is The Whatness.
Ebbene, i Fountaines riescono benissimo in tutti e tre (mentre lasciano alla title track Romance il ricordo più vivo del loro stile post-punk e cupo delle origini) ma forse l’unico difetto che si può dire di questo disco così ben confezionato è che fra loro non si amalgamano tantissimo, rendendo l’album, che a questo punto è il loro disco più famoso senza dubbio, uno strano ibrido che la loro musica successiva dovrà e potrà probabilmente districare.
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