Lo scorso anno, nel recensire “No Fixed Point In Space” dei Modern Nature, si scrisse: ‘Rarefazioni, “aspirazioni”, tensioni e respiri della natura; in un ossimoro concettuale le astrazioni si incarnano e diventano psichiche, materiali. Questo è il detto e il non detto dell’ultimo lavoro discografico dei Modern Nature “No Fixed Point In Space” (Bella Union) che, nel bene e nel male, conferma i tanti pregi e i pochissimi difetti del “progetto” di Jack Cooper’.
Oggi con “The Heat Warps” (Bella Union) i Modern Nature (formazione che oggi oltre a Cooper comprende Tara Cunningham: guitar; Jim Wallis: drums; e Jeff Tobias: bass guitar), nel confermare i loro “tanti pregi e i pochissimi difetti”…, condensano le “rarefazioni” e facendo un passo indietro, orientano la loro scrittura verso una più densa forma di indie/rock.
Messo il vinile sul piatto parte subito la bella “Pharaoh”, con il suo cadenzare ritmico in stile kraut… corsa attraverso autobahn tedesche verso il primo (e non solo) riuscito momento d’ascolto.
La corsa si fa notturna con la ballad “Radio”, resa “tonda” dal suo giro di basso per la seconda ottima composizione del disco.
Nemmeno la terza “Glance” delude così come la quarta “Source” che arriva ad esplora territori “indie/southern rock”.
Mentre “Jetty” assopisce i toni dilatandoli e curvandoli come se fossero filtrati attraverso una lente psichedelica… “Alpenglow” li screzia con un gusto “beat” da fine anni sessanta.
Con “Zoology” si solcano nuovamente mari da ballata indie e “Takeover” mantiene salda la barra e continua a navigare tra indie e rock con chitarre che parlano un sussurrato linguaggio.
“Totality” è altra ballata indie riuscita che vive di spazi e di apnee e che congeda un disco bello nel suo essere “formato canzone”.
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