Anche quest’anno il Medimex si è confermato essere uno dei festival più importanti che si svolgono nel nostro Paese. Per quello che riguarda i concerti l’edizione di quest’anno si è concentrata in due serate di grande musica proposta come al solito sulla Rotonda del lungomare di Taranto.
Si è partiti subito con il botto con due esibizioni intense ed esplosive che St. Vincent e Primal Scream hanno offerto al numeroso e partecipe pubblico presente, giunto nella città dei due mari da ogni parte del sud Italia.
Ad aprire la serata è stata St. Vincent, al secolo Annie Erin Clark, statunitense di Tulsa, con la sua miscela quasi indefinibile di art-rock, elettronica e alternative rock, qualsiasi cosa voglia dire quest’ultima definizione. Di certo la cantautrice statunitense è una tra le più innovative e riconosciute della sua generazione, vincitrice di cinque Grammy Awards (inclusi Miglior Album Alternative, Miglior Canzone Rock e Miglior Performance Alternative nel 2025), riconoscimenti meritati per quanto si è visto sul palco del Medimex.
St. Vincent si è rivelata un vero e proprio animale da palcoscenico, front woman ispirata e scatenata di una band solida e potente che l’ha accompagnata in uno show travolgente in cui ha presentato un set di tredici brani che ha messo in mostra il suo stile inconfondibile, potente e raffinato al tempo stesso. Per il concerto la Clark ha spaziato lungo la sua discografia ma pescando soprattutto i brani tra quelli dei suoi album più celebrati coma Masseducation del 2017 ed il recente All Born Screaming dello scorso anno, non disdegnando di andare a recuperare nel suo catalogo brani come Marrow (da Actor del 2009) e Dilettante e Cheerleader (da Strange Mercy del 2011).
Tra i momenti più apprezzati, Broken Man, singolo di punta dell’ultimo album All Born Screaming, New York, Sugarboy, Los Angeless e la title track dell’ultimo disco che ha concluso un concerto ispirato che ha regalato gioia e sorrisi al pubblico e soprattutto ai musicisti sul palco, con la St. Vincent che al termine della serata era il ritratto di quella felicità mostrata in lungo e largo durante lo show in cui non ha disdegnato di scendere più volte dal palco per un abbraccio corale con il pubblico.
Si sarebbe potuti già tornare a casa soddisfatti ma ancora mancava il pezzo forte della serata: i Primal Scream. La band scozzese guidata da Bobbie Gillespie ha dato vita a un concerto impeccabile che seppure partito un po’ in sordina con i brani Don’t Fight It, Feel It (da Screamadelica 1991) e Love Insurrection (dal recente Come Ahead 2024) che non hanno reso come su disco, ma probabilmente questo giudizio risente anche dalla scarica di adrenalina che avevamo dall’esibizione della St. Vincent.
Una sensazione che è durata poco visto che il concerto dei Primal Scream ha preso immediatamente quota mostrando l’essenza di una band fedele alla sua identità sonora che mischia rock, psichedelia con venature elettroniche, ma anche tanto Soul e R’n’B in un viaggio lungo quattordici brani che hanno attraversato le tappe fondamentali della loro carriera, sempre accompagnato da un messaggio chiaro e sociale, da band che ha sempre saputo coniugare musica e impegno che non sono mancati anche in quest’occasione in cui Bobbie Gillespie ha citato l’attivista italiano Franco ‘bifo’ Berardi e inneggiato alla libertà della Palestina.
Il concerto forte di una band collaudata e coesa che ruota attorno alla chitarra del compagno di lunga data Andrew Innes, al batterista Darrin Mooney e la magnetica bassista Simone Butler hanno, insieme al resto dei musicisti sul palco, condotto uno show che ha spaziato attraverso i brani tratti dagli album più importanti come, il recente Come Ahead (2024) e Screamadelica (1991) ma anche Give Out But Don’t Give Up (1994), e ripescando Medication da Vanishung Point (1997) e addirittura I’m Losing More Than I’ll Ever Have dal lontanissimo secondo disco eponimo del 1989.
Il gran finale è stato riservato ad una lunga versione di Loaded con all’interno accenni di Suspicion Minds di Elvis Presley, subito doppiata dalla classicissima Movin’ On Up (sempre da Screamadelica), da una trascinante versione di Country Girl (dall’album Riot City Blues, 2006) e dal brano di chiusura Rocks che ha messo il sigillo ad una serata magnifica che sicuramente verrà replicata con l’esibizione dei Massive Attack che chiuderanno il Medimex nella seconda giornata.
https://www.medimex.it/
https://ilovestvincent.com/
https://www.primalscream.net/
photo da FB Medimex
St. Vincent setlist
Reckless (All Born Screaming 2024)
Fear the Future ((Masseduction, 2017)
Los Ageless (Masseduction, 2017)
Broken Man (All Born Screaming 2024)
Birth in Reverse (Omonimo 2014)
Dilettante (Strange Mercy, 2011)
Pay Your Way in Pain (Daddy’d Home, 2021)
Flea (All Born Screaming 2024)
Cheerleader (Strange Mercy, 2011)
Marrow (Actor, 2009)
New York (Masseduction, 2017)
Sugarboy (Masseduction, 2017)
All Born Screaming (All Born Screaming 2024)
Setlist Primal Scream
Don’t Fight It, Feel It (Screamadelica 1991)
Love Insurrection (Come Ahead 2024)
Jailbird (Give Out But Don’t Give Up 1994)
Ready to Go Home (Come Ahead 2024)
Deep Dark Waters (Come Ahead 2024)
Medication (Vanishing Point 1997)
Innocent Money (Come Ahead 2024)
I’m Losing More Than I’ll Ever Have (Omonimo 1989)
The Centre Cannot Hold (Come Ahead 2024)
Come Together / Suspicious Minds (Screamadelica 1991)
Loaded (Screamadelica 1991)
Movin’ on Up (Screamadelica 1991)
Country Girl (Riot City Blues, 2006)
Rocks (Give Out But Don’t Give Up 1994)





