Dopo il celebrato American Utopia del 2018, il nuovo album Who Is the Sky?, è uscito il 5 settembre per Matador Records, ed è prodotto da Kid Harpoon, già vincitore di Grammy per i lavori con Harry Styles e Miley Cyrus, con 12 brani tutti arrangiati dalla Ghost Train Orchestra, ensemble cameristico di New York.
Come se non bastassero già queste collaborazioni importanti, il disco vede la partecipazione di Tom Skinner degli Smile, Hayley Williams dei Paramore, sulla bellissima What Is the Reason for It?, e Mauro Refosco, suo collaboratore da trent’anni, e già visto in American Utopia.
Mixato da Mark “Spike” Stent e masterizzato da Emily Lazar, l’album è lanciato dal frizzante e corale singolo Everybody Laughs, accompagnato da un videoclip diretto dall’artista multimediale Gabriel Barcia-Colombo. Sulla canzone, in classico stile Talking Heads anni ’80, Byrne racconta: «Una persona che conosco mi ha detto: “David, usi spesso la parola everybody.” Forse lo faccio per offrire una visione antropologica della vita a New York. Tutti vivono, muoiono, ridono, piangono, dormono e fissano il soffitto. Tutti si mettono nei panni degli altri, che non è proprio vero, ma io sì. Ho cercato di cantare queste cose, anche quelle negative, controbilanciandole con la melodia e il groove. Verso la fine, quando io e St. Vincent urliamo e cantiamo insieme, c’è qualcosa di liberatorio. La musica può fare questo: contenere gli opposti.» Il produttore Kid Harpoon aggiunge: «Mi ci è voluto un attimo per capire che sì, queste canzoni sono personali, ma con l’inconfondibile prospettiva di David. Camminare per New York ascoltando la demo di “Everybody Laughs” mi ha fatto sentire parte di un tutto. Tutti ridiamo, piangiamo, cantiamo. David coglie l’assurdità della vita ed è questo si riflette nelle persone».
L’album nasce da spunti musicali isolati raccolti da Byrne già nel 2023, mentre American Utopia giungeva al termine dopo aver conquistato album, tour, Broadway e persino un film diretto da Spike Lee: «Durante i tre anni precedenti ho cucinato moltissimo (soprattutto piatti messicani e indiani) e disegnato tantissimo. Ho cominciato ad accumulare frasi e spunti musicali… alla fine sono nati dei brani rudimentali: solo io con la chitarra acustica e qualche loop o beat.»
Il titolo Who Is the Sky? riflette le domande che Byrne si è posto in quel periodo di pausa: «Mi piace quello che faccio? Perché scrivo canzoni o faccio questo lavoro? Ha davvero un senso?»
Va detto che il disco attuale non regge il confronto con American Utopia, anche per l’assenza di una analoga progettualità a tutto campo. Con questo nuovo lavoro, Byrne prosegue sì la sua esplorazione di una vita intera del concetto di connessione umana e del potenziale per un’unione sociale, sullo sfondo caotico del mondo, ma il disco è anche molto più intimista, autobiografico (I’m an outsider, My Apartment is my friend) pieno di aneddoti di vita quotidiana, ironico e gioioso. Le canzoni di questo disco non mancano, come tutte le altre, di mostrare il talento innato di Byrne nel muoversi sul filo tra avanguardia e pop di massa, ma qui sembra che ci sia un pizzico di ricerca in meno, un po’ di scanzonatezza in più.
Del resto sembra ammetterlo lui stesso quando dice: «Alla mia età, almeno per me, subentra un atteggiamento da “non mi importa più di cosa pensano gli altri”», dice Byrne. «Posso uscire dalla mia zona di comfort con la consapevolezza che, più o meno, ormai so chi sono e so quello che sto facendo. Detto ciò, ogni nuovo gruppo di canzoni – ogni singola canzone, in realtà – è una nuova avventura. C’è sempre un po’ di “come faccio a farla funzionare?”. Ho scoperto che non tutte le collaborazioni funzionano, ma spesso, quando funzionano, è perché riesco a comunicare chiaramente ciò che sto cercando di fare. Loro lo capiscono, si spera, e così ci ritroviamo uniti in cammino verso un luogo sconosciuto».
Sul piano musicale la novità annunciata è il coinvolgimento della Ghost Train Orchestra, con i suoi 15 membri: Byrne, dopo aver ascoltato il loro album del 2023 tributo al compositore cieco e poeta di strada newyorkese Moondog; più tardi, nello stesso anno, è salito sul palco con il gruppo durante un’esibizione a Brooklyn.
«David ci ha mandato alcune demo e ci ha chiesto di elaborare delle idee orchestrali», racconta Brian Carpenter, leader della Ghost Train Orchestra. «Io e Curtis Hasselbring abbiamo scritto in fretta un paio di arrangiamenti provvisori delle sue canzoni per la Ghost Train, inclusa “My Apartment Is My Friend”, che è stato il primo brano che abbiamo provato nel nostro minuscolo spazio prove a Chinatown. Sentirlo cantare con noi per la prima volta su quella canzone è stato semplicemente incredibile»
Kid Harpoon è entrato in scena poco dopo, grazie ad un’amica comune che li ha presentati ad una festa. «A volte le cose succedono davvero alle feste», nota Byrne. «Sapevo che questo progetto poteva complicarsi e volevo anche assicurarmi che le registrazioni suonassero al meglio possibile. Un orecchio esterno può essere estremamente utile. Alcuni artisti che conosco avevano lavorato con Kid Harpoon, e pensavo che quei dischi suonassero davvero bene.» Byrne gli ha inviato alcune demo e, dopo un incontro in un hotel di Santa Monica, anche lui è salito a bordo. «Sospettavo che arrangiamenti orchestrali intimi avrebbero fatto emergere l’emozione che percepivo in queste canzoni», dice Byrne. «È qualcosa che le persone non associano sempre al mio lavoro, ma questa volta ero certo che ci fosse. Allo stesso tempo, mi vedo anche come qualcuno che aspira a essere accessibile. Visto che c’era molta carne al fuoco, immaginavo che Kid Harpoon potesse aiutare anche in questo, oltre che essere un orecchio fidato. La gente pensa ai produttori come a coloro che fanno suonare bene un disco – e Kid Harpoon ha fatto anche questo – ma lui era anche molto consapevole di quanto fosse importante la narrazione».
Il disco alterna, dal punto di vista testuale, momenti intimi e casalinghi (la dichiarazione d’amore al proprio appartamento, gli spunti di riflessione sul tempo che passa a partire da una crema anti-rughe), a tentativi di riflessione esistenziale (sull’amore per esempio, con la domanda “quale è la ragione per cui esiste?”, o sulla verità, o sull’arte, sempre però in chiave ironica come suo solito, come quando instaura il dialogo con un Budda post-moderno che si riempie di dolci e non ha risposte).
Per esempio, il dialogo vocale tra Byrne e Hayley Williams dei Paramore, nella vivace , orchestrale e melodicissima What Is the Reason for It? tenta di codificare l’amore in un modo che la logica raramente riesce a fare (“does it do something useful? / nobody understands it”), mentre The Avant Garde riflette sul valore dell’arte fine a sé stessa (“it’s ahead of the curve / it’s deceptively weighty, profound, absurd / it’s whatever fits”).
Dal punto di vista musicale, come dicevamo si registra una involuzione creativa forse rispetto a American Utopia, ma è contenuta dalla presenza degli arrangiamenti orchestrali, che fanno la differenza in My Apartment is my friend (la più talkingiana delle tracce qui presenti), in She Explains Things to Me, o in When We Are Singing, dando una chiave melodica di respiro alto che la sola chitarra acustica di base non riuscirebbe a dare. Il prodotto finale è in sostanza un equilibrio tra il nascondere e il rivelare, che nelle parole dell’autore, forse un po’ troppo pretenziose e altisonanti, è “Una chance di diventare le creature mitiche che nascondiamo dentro di noi. Una chance per entrare in altre realtà, trascendere la prigione di noi stessi”.
Il tour mondiale a supporto di Who Is the Sky? partirà il 14 settembre da Providence, Rhode Island, con 13 musicisti, cantanti e ballerini. I concerti europei inizieranno a fine febbraio 2026 con 2 date anche a Milano, il 21 e 22 febbraio al Teatro degli Arcimboldi. E chissà che non ci sia occasione anche per sentire le indimenticate hits dei Talking Heads, in cui la creatività musicale di Byrne si è espressa a un massimo mai più raggiunto.
Poi sarà la volta del tour estivo e perchè non l’Italia?
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