Un nome più azzeccato, questi ragazzi non potevano trovarlo. Ogni brano confluisce, attraverso un trapasso emozionale, in un’esplosione, un punto di non-ritorno che svela il senso dell’intera trama del pezzo. Ascoltando l’album si potrebbe tracciare una sorta di “dizionario” del post-rock. Infatti il primo lavoro degli EITS propone un ampio campionario di suoni, atmosfere e movimenti che hanno caratterizzato e nobilitato tale genere. Uno degli aspetti più eccitanti di ogni nuovo ascolto del disco è, senz’altro, la batteria. Un gruppo che sceglie il termine “Explosions” per proporre la propria musica non può certo usufruire di una mezza-cartuccia alla batteria. I due minuti più sconvolgenti dell’album (quelli finali di “Snow and Lights”, la seconda traccia) sono proprio da attribuire ad una batterista che ha nelle sue mani la capacità non di suonare una batteria, ma di farla recitare con timbri e velocità ogni volta penetranti. Ovviamente tutto ciò non potrebbe accadere se se non ci fossero brani armonicamente elaborati e arrangiati in maniera molto calibrata. Ci sono un paio di pezzi che non hanno ragione d’essere, ma sostanzialmente un album cosciente e maturo…registrato in brevissimo tempo nel 2000 e riproposto ora al pubblico dopo una nuova masterizzazione. Se la dimensione di “studio fatto in casa” aiuta per certi aspetti, condanna per certi altri. Subentrano talvolta delle sovraincizioni, delle parti che si trascinano dietro un fruscio troppo ingombrante per l’equilibrio del pezzo, rendendo il prodotto qualitativamente imperfetto. Ma quando in “Snow and Lights” senti le bacchette che tra le mani del batterista si toccano poco prima di mettersi all’opera….pensi…”al diavolo la perfezione della registrazione!!!” E’ stupendo, rende il tutto molto vivo! La loro positiva coerenza stilistica sconfina in certi passaggi del disco nella sistematicità strutturale delle composizioni che, fortunatamente, rappresenta l’unica pecca per i EITS. Fondamentalmente un lavoro notevole.
Autore: Stefano Ferraro