Dopo alcuni singoli e un buon EP del 20024, due decenni fa i Little Barrie (in trio composto da: Barrie Cadogan, voce e chitarra; Wayne Fullwood, batteria e voce; Lewis Wharton, basso) esordiscono con “We Are Little Barrie” (2005), miscellanea di rock psichedelico, funk, garage rock…
Da lì parte un’esperienza artistica che in rapida ascesa vede cambi di formazione ruotare attorno a Cadogan e a Wharton, pubblicazioni di dischi e fortunati “singoli” come “Surf Hell” (dall’energico “King of Wheels” del 2011 con alla batteria Virgil Howe, figlio di Steve Howe degli Yes) e nel 2015 “Better Call Saul Main Title Theme” per la celebre e splendida serie televisiva “Better Call Saul”, spin-off di quel capolavoro che è “Breaking Bad”; anche la loro “Why Don’t You Do It” (inclusa in “Stand Your Ground” del 2006) sarà parte delle “musiche” di “Better Call Saul”.
Nel 2020 nasce il primo sodalizio con Malcom Catto (asse portante dei The Heliocentrics) per “Quatermass Seven” (con Barrie Cadogan alla voce, chitarra e tastiere, Lewis Wharton al basso e Malcom Catto alla batteria); la formula resta un rock “acido” con richiami psichedelici (emblematica “After After” nella sua duplice versione anche “estesa”) registrato quasi interamente dal vivo in studio (come da note di copertina) e dedicato a Virgil Howe morto nel 2017.
Ora il felice connubio ha generato “Electric War” (Little Barrie Limited), disco che non tradisce le aspettative, alzando anche l’asticella rispetto al precedente lavoro, rimarcando quei bei, sporchi, acidi suoni lisergici intrisi di rock, funk e psichedelia come da subito messo in chiaro dal riuscito brano eponimo “Electric War” che ondeggia tra visioni orientaleggianti da tramonto californiano di fine assi sessanta.
Se “Zero Sun” e ritmata, frammentata e satura di suoni grassi e di chitarra, l’ottima “Spektator” (con il violino di Raven Bush) è più scura e notturna con un pregevole cambio in stile proto-psychedelic-progressive da gruppi britannici “underground” dei primi anni settanta (non so perché abbia pensato ai Cressida di “Asylum” o agli Spring del loro omonimo disco).
Il “viaggio” continua con “Creaky”, esaltata dalla chitarra di Cadogan in dialogo con se stessa e dalle improvvise incursioni del cello di Danny Keane che chiude un perfetto primo lato.
Girato il vinile è la volta della calda “’Said Soul” che anticipa “Sick 8” e il suo “tempo” tra i cui solchi ruvidi e rock emergono frammenti da ballata post rock.
Mentre “My Now” aumenta i giri con il suo combattimento da corrida, “Count Of Four” è da manuale per la particolarmente ispirata chitarra Cadogan che suona eccezionale nella prima metà del brano.
Terminato l’ascolto, si può affermare senza esitazione che Little Barrie & Malcom Catto hanno vinto con merito la loro viscerale e lisergica “Electric War”.
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