I romani Assalti Frontali, tra i primi rapper in Italia sotto il nome di Onda Rossa Posse, tornano con “Notte Immensa”, l’ennesimo album come manifesto politico, un urlo di resistenza in un’epoca di smarrimento e repressione. Militant A, all’anagrafe Luca Mascini, voce storica del gruppo, continua a trasformare le rime in armi, mescolando rabbia e speranza, memoria e futuro. Tra produzioni old school e collaborazioni con una nuova generazione di artisti – Er Tempesta, Piaga ed Ellie Cottino – conferma l’inesauribile attivismo del collettivo, dai laboratori nelle scuole alle piazze in lotta per la Palestina, passando per i centri sociali che nei decenni scorsi alimentavano la scena underground italiana. Proprio in uno di questi spazi – oggi 27 giugno – si esibiscono a Napoli, in occasione della nuova edizione del Mamamu Fest: tre giorni di musica indipendente al centro sociale Mezzocannone Occupato (in Via Mezzocannone). Un concerto che promette di essere un vero e proprio evento di comunità – inizio alle 20:30 e biglietti, per singola giornata, in prevendita a euro 10 e 12 se acquistati on line (mamamufest25@gmail.com). La manifestazione non gode di finanziamenti istituzionali, dimostrando che in città è possibile offrire appuntamenti lodevoli con la musica rock in modo libero. Nel programma generale troviamo altri protagonisti della scena alternativa, tra cui Francesco Di Bella (24 Grana) e gli Uzeda che suoneranno domani 28 giugno, in un cartellone che tocca sonorità noise, oltre al rap, passando per il cantautorato. Il Mamamu Fest nasce dall’esperienza dello storico Mamamu Bar, da anni punto di riferimento per la musica altra, e si conferma come un appuntamento libero da condizionamenti, dove la sperimentazione e l’impegno sociale viaggiano di pari passo.

Tornate a Napoli e ancora in uno spazio occupato.
E’ sempre importante frequentare questi spazi, è indice di libertà creativa e comunicazione. Un concerto va goduto in tutti i suoi molteplici aspetti dall’ambiente alle persone. Poi la libertà aiuta a migliorarsi e se sbagli capisci come migliorare.
Ribadirete la vicinanza a Gaza, tema al quale da sempre siete attenti …
Questo tema è centrale in tutte le canzoni del nuovo album. Cerchiamo di raccontare le vicende palestinesi dal punto di vista emotivo quello di un uomo bianco occidentale impegnato ma ‘impotente’. E’ importante analizzare cosa succede e cercare di capire come reagire a questo stato di cose. Noi ci proviamo non stando zitti e attraverso la musica vogliamo comunicare la frustrazione e la rabbia nei confronti di atti orribili e non perdere la condizione di essere umani.
Hai seguito la vicenda di Nives Monda la ristoratrice ProPal?
Certo! Bisogna darsi man forte e sostenerci nella lotta per la giustizia. Lei ha avuto molto coraggio e ha scatenato una reazione a catena in un ambiente che ora deve sostenerla ma anche sostituirsi a rotazione per tenere alta la lotta senza rendere eroi un a persona singola. Nives, suo malgrado, è diventata un’eroina; ora è compito di tutti proseguire la lotta.”
Ti sei sempre “rigenerato”, come dialoga il passato e il futuro nel tuo progetto.
Ho avuto la fortuna di essere a contatto con le generazioni precedenti alla mia, che mi hanno trasmesso una grande curiosità intellettuale e di pensiero. Sono sempre stato in contatto con la strada. Ho conosciuto l’hip hop genuino che non aveva il successo. In questo modo ho assimilato principi etici che ancora oggi mi appartengono. Poi grazie ai laboratori dei centri sociali, le tantissime persone interessante, mi sono impegnato a fare formazione nelle scuole con i bambini grazie a una dirigente illuminata che mi ha coinvolto a fare didattica attraverso il rap. Attraverso tutte queste cose sono cambiato e migliorato. E’ una questione di approccio ed ora nel gruppo abbiamo anche “pischelli” come Er Tempesta, e loro apportano nuovi idee o modi fare.
Quali le “stelle polari” che guidano Assalti Frontali?
Musicalmente mi aggiorno ma i riferimenti rimangono i rapper degli ’80 e ’90 ma anche il cinema e la letteratura. Ma è la realtà che ci circonda a stimolare. Penso che le nuove generazioni abbiano bisogno di un certo tipo di pensiero che le sproni all’arte e avere dei riferimenti
La scrittura per te è ancora un atto di resistenza politica?
Ho ancora una forte necessità di comunicare attraverso il rap. Proprio per questo album ho sentito il bisogno di scrivere per esprimere il mio pensiero e non sarei potuto più salire su un palco senza dire quello che osservo rispetto a Gaza o alle altre cose brutte che succedono al mondo. Penso che questa mia esigenza aiuti in qualche modo a creare comunità.
Siete stati due punti di riferimento per una intera generazione; hai ancora rapporti con la 99 Posse?
Si! Di recente abbia suonato insieme all’evento “Partirò per Bologna” un festival punk-ska con una grande atmosfera. Poi il 6 settembre al Circo Arci Marchesi di Roma, in occasione dei 35 anni dall’uscita dell’album “Batti il tuo tempo”, Luca si unirà alla reunion della Onda Rossa Posse che senza dubbio rappresenta l’inizio dell’hip hop in Italia.
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