di Lynne Ramsay con John C. Reilly, Tilda Swinton, Ezra Miller
Istruzioni: non guardate questo film se state per avere un figlio o ne avete uno piccolo (massimo di 3 anni) perché potreste pentirvene nella misura in cui le paturnie e il malanimo tormenterebbero le vostre notti, datemi retta. Tutti gli altri potranno godersi invece più o meno tranquillamente la visione.
“..e ora parliamo di Kevin” è tratto dal romanzo “Dobbiamo parlare di Kevin” di Lionel Shriver, è stato presentato al Festival di Cannes del 2011 ed in numerosi altri film festival internazionali, dove ha riscosso un enorme successo sia di critica che di pubblico. Ambientato negli States ai giorni nostri, la protagonista è Eva (una magistrale Tilda Swinton), una donna di origini armene che ha accantonato ambizioni professionali e personali pur di avere un figlio col suo compagno Franklin e vivere le gioie della famiglia. Finalmente i due riescono a mettere al mondo un bambino, che chiamano Kevin ma da subito Eva nota che c’è qualcosa che non va.
Quand’è con lei il piccolo non fa che piangere e si rasserena esclusivamente col padre; addirittura, a circa tre anni, non le parla nemmeno, pur non avendo alcun problema. La coppia decide quindi di lasciare la grande città dove risiede per trasferirsi nella classica tranquilla cittadina di provincia americana, credendo che in un ambiente meno frenetico il bambino possa crescere meglio.
Purtroppo gli anni passano ma le cose non migliorano; madre e figlio continuano ad avere un pessimo rapporto, in più l’arrivo di una sorellina non fa che complicare tutto. Nel frattempo Kevin diventa un adolescente schivo e taciturno, piuttosto strano, che trae soddisfazione esclusivamente nel tiro con l’arco. A pochi giorni dal suo sedicesimo compleanno poi, la sua vera natura verrà fuori: proprio con l’arco, come un novello e sanguinario Robin Hood, uccide prima il padre e la sorellina e poi compie una strage nel suo liceo.
Va detto che la regia è un po’ confusionaria, ci sono dei flashback non proprio chiari a cui a volte si fa fatica ad andare dietro ma la fotografia è bellissima, senza contare la crudezza raffinata di alcune scene (una su tutte: il figlio beccato a masturbarsi dalla madre che continua guardandola, come se nulla fosse). Bravissima la Swinton ma anche il giovane Ezra Mills, che da volto a Kevin, il cui sguardo è davvero agghiacciante. Ottima anche la colonna sonora del film, che a volte illustra le scene meglio di tanti dialoghi. La storia di adolescenti che compiono stragi non è affatto nuova ad un Paese come l’America ma più in generale, il film è incentrato soprattutto sulla difficoltà di essere genitori e di amare. Non importa quanto si desideri un figlio, quanto lo si ami, perché potrebbe non ricambiare mai il nostro affetto.
Autore: Veronica S. Valli