Send a Prayer My Way per etichetta Matador è forse l’album di duetto più lungamente atteso rispetto ai tempi di annuncio: la decisione di fare un disco insieme risale infatti a ben 9 anni fa, da quando le due hanno suonato il loro primo concerto alla Lincoln Hall, Chicago, il 15 gennaio 2016 e alla fine una delle due cantanti si è girata verso l’altra e ha detto: “Sai, dovremmo fare un album country”. Questa è l’origine della storia di questo disco che a suo modo sancisce la nascita di una piccola leggenda nel mondo della musica country attuale, per due artiste già ammirate per i loro testi essenziali ed eleganti, nonché per il coraggio di condividere le loro lotte con coloro che amano la loro musica.
Salutato da riviste importanti come The New York Times, Rolling Stone, The Fader, Stereogum, Nylon, Billboard, l’album è stato introdotto dal primo singolo Sugar in the Tank, che ha raccolto il plauso dei fan e della critica di tutto il mondo. Il singolo è stato presentato anche al Tonight Show di Jimmy Fallon, ed è diventato il numero 2 dei brani più aggiunti nelle radio AAA e attualmente si trova al numero 30 della classifica US.
Il secondo singolo è dedicato alla cagnetta Sylvia, e così ci racconta Torres: “La mattina in cui sono andata a prendere Sylvia in un rifugio, ero a casa a preparare il caffè e ho acceso WFMU e c’era ‘Cracker Jack’ di Dolly Parton. Sono scoppiata a piangere: è stato come se l’universo mi stesse dicendo che sarebbe stata mia (Sylvia era destinata solo all’affido). Ricordo di aver pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere una canzone come quella, una canzone che appena accesa la radio arrivasse al cuore delle persone, perché chiunque abbia avuto l’onore di condividere una casa con un animale domestico amato sa che un animale domestico è una famiglia – sono i migliori amici che si possano avere”.
Il disco mette insieme due delle più importanti artiste al femminile odierne degli USA: Julien Baker, originaria di Memphis ha raggiunto fama mondiale nel 2015 con l’album di debutto Sprained Ankle che esplora temi come identità, dipendenze, fede, resilienza e redenzione. La sua notorietà è cresciuta con l’album Turn Out the Lights (2017) e con l’EP di debutto del trio Boygenius (formato insieme a Phoebe Bridgers e Lucy Dacus). Con Little Oblivions (2021), si è affermata come una delle cantautrici più influenti della sua generazione, grazie alla “grandezza sommessa della sua musica e ai testi che affrontano il caos emotivo” (Rolling Stone). Nel 2023, Baker si è riunita alle Boygenius per il loro primo album The record vincitore di tre Grammy Awards, seguito da spettacoli sold out al Madison Square Garden di New York e all’Hollywood Bowl di Los Angeles.
TORRES (pseudonimo di Mackenzie Scott, nata il 23 gennaio 1991 in Georgia) dal 2013 pubblica album e si esibisce con questo nome d’arte. Dopo i primi tre successi Torres, Sprinter e Three Futures osannati da Pitchfork, Metacritic, Rolling Stones e altre riviste americane, ha continuato a mietere consensi. Il quarto lavoro, uscito nel 2020 in piena pandemia, Silver Tongue sembrava aver definito lo stile una volta per tutte. Invece nella ricerca musicale di Torres continua a prevalere l’eclettismo più puro: dopo appena un anno, nel 2021, esce il quinto disco, Thirstier, e il sesto What An Enormous Room, del 2022 svoltano a 180 gradi verso garage rock e l’elettrorock.
Ora Torres torna al suo genere iniziale, il folk country, per il duetto con Baker, confezionando un disco senza tempo, anzitutto dedicato al country stesso, alle sue leggende, alle sue atmosfere. Questo risulta evidente sin dalla introduzione con Dirt, puro coro di voci e chitarre acustiche, e ancor di più con The Only Marble I’ve Got Left, con il classico banjo elettrico e batteria, che introduce il clima western che esplode con Sugar in the Tank, la cui batteria però è contemporanea, dai ritmi vivaci che travalicano il genere e parlano a fan attuali.
Le canzoni parlano di seconde scelte, terze scelte, redenzione, lotta, pentimento ma c’è anche tanto humour e gioia come per esempio proprio in Sugar in the Tank, mentre Tape Runs Out porta il country verso la malinconia, come anche Off the Wagon, mentre musicalmente l’album è definito dall’alternanza di pezzi prevalentemente acustici, specificamente country-folk, in cui si sente l’influenza di Joni Mitchell, (No Desert Flower, Tuesday, Showdown, Dirt, Downhill Both Ways, Goodbye Baby) ad altri strutturati a strumentazione completa (Bottom of a Bottle, The Only Marble I’ve Got Left, Tape Runs Out, Off the Wagon, Sylvia) dove il banjo elettrico non manca mai, e qui si sente influenza di dischi importanti come l’Happy Woman Blues di Lucinda Williams’(1980), o di Loretta Lynn.
Il risultato è un’alchimia perfetta dei due sotto-stili, e un’alchimia perfetta, soprattutto, delle due voci e dei due talenti, per un disco perfetto per gli amanti del genere, da una parte antico e senza tempo nel definire melodie ormai andate di un mondo (il West) e di un genere passato, ma dall’altra attualissimo, se si pensa al cantato quasi rap di Tuesday o alla coraggiosa fusione di abbinamenti sonori. Un disco attuale anche nel senso di voler ricordare il valore della vera musica cantautorale rispetto a tanto usa e getta dei giorni nostri.
https://torresmusicofficial.com
https://julienbakerandtorres.com/