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Home Focus On

Sebbene etichettati come gruppo post punk, gli Swell Maps proponevano rock lo-f(a)i-da-te

di Eliseno Sposato
30 Settembre 2025
in Focus On, Speciali
Tempo di lettura: 6 minuti
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Dopo l’edizione del Record Store Day ’25 del vinile rosso rimasterizzato delle The John Peel Sessions degli Swell Maps, il CD e la versione digitale – disponibili ufficialmente per la prima volta in 40 anni – sono stati appena pubblicati dalla Mute.

Si tratta di una pubblicazione che, oltre a mettere a fuoco gli esordi di una band tanto di culto quanto influente, ci aiuta a ripercorrere la strada del rock britannico dalla metà degli anni Settanta, e ci fa capire quanto il movimento punk fosse variegato e per certi versi anche permeabile rispetto agli imput che pervenivano non solo da oltre oceano, ma anche da altre parti dell’Europa.

Figura centrale di tutto quello che abbiamo imparato ad amare da quegli anni in poi, è stata quella di John Peel che rappresentò il prototipo di divulgatore musicale radiofonico, attento a recepire e poi far conoscere al suo pubblico, tutti i fermenti musicali che emersero dagli anni Sessanta sino al giorno della sua morte avvenuta nel 2004. Dopo le sue prime esperienze nelle radio americane, dove si era trasferito per gli impegni lavorativi del padre, John Peel tornò nel 1967 in Inghilterra lavorando nella famosa radio pirata londinese Radio London, una stazione radio commerciale offshore che trasmetteva da una nave ancorata nel Mare del Nord, a tre miglia e mezzo (5,6 km) al largo di Frinton-on-Sea, nell’Essex. Il suo programma, The Perfumed Garden , che andava in onda da mezzanotte alle due, proponeva la musica più variegata dell’epoca e quando la radio cessò le trasmissioni in seguito all’introduzione del Marine, &c., Broadcasting (Offences) Act 1967, che rendeva illegale fornire assistenza o supporto a tali stazioni, salvo in caso di emergenza, John Peel venne assunto dalla BBC, dove lavorò ininterrottamente sino, appunto, alla sua morte.

Peel divenne famoso soprattutto per le Peel Sessions, in cui invitata i gruppi ad esibirsi per dei miniconcerti in studio, tenendo incollati alla radio, soprattutto quegli ascoltatori troppo giovani o troppo provinciali per andare ai concerti dal vivo. Un po’ come avvenne in Italia negli anni Novanta con il programma Planet Rock di RadioRai. Così avvenne per gli Swell Maps che furono chiamati ad esibirsi, da perfetti sconosciuti, negli studi della BBC ancor prima che venisse pubblicato il loro album d’esordio.

Gli Swell Maps si formano a Birmingham, la seconda città più grande della Gran Bretagna, negli anni Settanta. In quegli anni la città è un luogo poco accogliente, sconvolto dagli attentati dinamitardi dell’IRA, caratterizzato da forti tensioni sociali e da un declino economico senza precedenti, ma dove è già presente una scena musicale estremamente vivace. Nella vicina Solihull crescono i fratelli Godfrey, nati a Londra. Kevin assume il nome d’arte Epic Soundtracks, mentre il fratello maggiore Adrian da quel momento in poi si fa chiamare Nikki Sudden. Già ai tempi del liceo fondano gli Swell Maps, insieme a Stephen Bird, nome d’arte Jowe Head e in seguito membro dei Television Personalities, Richard Earl (aka Biggles Books), David Barrington (aka Phones B. Sportsman) e John Cockrill (aka Golden Cockrill).

Sebbene ancora oggi vengano etichettati come gruppo post punk, gli Swell Maps proponevano rock lo-fi fai-da-te, spesso registrato nel salotto di casa su un registratore a cassette e fortemente influenzato dall’avanguardia, dal garage rock e dal krautrock, non a caso Kevin, ispirato dal batterista dei Can Jaki Liebezeit, prende il nome dal loro album “Soundtracks”. All’epoca gli Swell erano dei nerd-punk di provincia ossessionati dalla fantascienza, dai fumetti, dalla TV e dallo strano rock’n’roll. La loro sperimentazione musicale fatta in casa correva parallela agli inizi del punk che sperimentava con quasi tutti gli strumenti musicali che si potevano trovare in casa, dall’aspirapolvere al sassofono giocattolo.

Questa loro caratteristica li impose all’attenzione del pubblico di John Peel e mentre il loro contemporanei Buzzcocks parlavano solo di relazioni incompiute e i Clash erano tutti ribellione sociopolitica, loro sembravano una band che semplicemente si divertiva e quel divertimento lo chiamava Arte.

La loro musica era rumorosa, caotica e provocatoriamente sperimentale, e pur non raggiungendo un certo successo commerciale ai loro tempi, furono una band di grande impatto sulla musica futura: sono stati fonte di ispirazione per band come R.E.M., Sonic Youth, Dinosaur Jr., Stereolab e Nirvana (Kurt Cobain è stato spesso visto indossare una maglietta degli Swell Maps).

Agli esordi la loro etica D.I.Y. li portò a pubblicare il primo singolo Read About Seymour per la loro etichetta Rather Records. Il disco arriva naturalmente a John Peel, fan dichiarato dei Can e del krautrock e fondamentalmente appassionato di tutto ciò che suona nuovo, fresco ed emozionante e che subito invita la band per la prima delle tre sessioni su BBC Radio 1 oggi riunite in questo disco.

La prima sessione si tiene nell’ottobre 1978. All’epoca, questi eccentrici adolescenti delle Midlands hanno all’attivo solo un brano reggae ad alta velocità intitolato “Read About Seymour”, ricco di echi alla Talking Heads. Solo dopo aver registrato la seconda Peel Session nel giugno 1979 esce il loro album di debutto “A Trip To Marineville”, che ora fornisce metà del materiale di queste The John Peel Sessions.

Con brani punk hard rock come “h.s.art” intervallati da strumentali ambient e altri intermezzi sperimentali come “Gunboats”, l’album ha contraddistinto la band come innovativa. Altri brani particolarmente significativi di quell’album e di queste Peel Sessions sono “Harmony in Your Bathroom” e “Don’t Throw Ashtrays At Me” indicative di come venivano effettuate le loro registrazioni casalinghe sperimentali e ricche di caos improvvisato.

Con canzoni come “International Rescue” (l’organizzazione dei Thunderbirds) e “Helicopter Spies” (il titolo del film del 1968 Man From UNCLE), sembravano dei teledipendenti casalinghi, proprio come i loro fan cui non potevano poi non piacere brani come “Vertical Slum” con le sue brevi esplosioni surreali (con il suo riferimento all’auto che amplificava la voce di Bolan), oppure l’energia frenetica di “Another Song”.

Anche il secondo album “Jane From Occupied Europe”, che si è spinto ulteriormente nel territorio post-punk, è rappresentato nella seconda parte di queste JPS con alcune canzoni, a cui si aggiungono alcune rarità come “Bleep And Booster Come Round For Tea” e “Bandits One Five”, che dovrebbe fare entusiasmare i fan dei The Fall. “Big Empty Field” anticipa i Sonic Youth e conferma quella che era la mission di una band che dimostrava la fondatezza della massima punk “tutto è possibile”. 

È davvero sorprendente quanto fosse innovativa questa band di adolescenti all’epoca, come abbia preparato il terreno su cui poco dopo sono cresciuti con successo i Pastels e, molti anni dopo, i Pavement.

Gli Swell Maps si sciolgono nel1982, Nikki Sudden entrò a far parte dei Jacobites, mentre suo fratello Epic Soundtracks entrò a far parte dei These Immortal Souls, dei Red Krayola e dei Crime & The City Solution, prima di morire nel novembre 1997 all’età di soli 38 anni. Nikki Sudden, che con i Jacobites aveva coltivato uno stile di vita malsano da rockstar, lo seguì nel 2006 dopo un lungo periodo di abuso eccessivo di droghe.

La musica degli Swell Maps viene ancora oggi portata in giro da David Barrington con la sua Phones Sportsman Band.

https://swellmaps.org/
https://mutebank.co.uk/collections/swell-maps/products/swell-maps-the-john-peel-sessions-cd

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