La stella del country, soprannominato “the man in black”, è morto oggi all’età di 71 anni. Come riportato da altri magazine (ma non da noi – scaramanzia?), la leggenda vivente della musica country era stato ricoverato per due settimane al Baptist Hospital di Nashville per complicazioni di diabete (con ripercussioni non specificate sullo stomaco), ma era stato poi dismesso martedì 9 Settembre. Cash avrebbe dovuto presenziare ai VMA Awards di New York il mese scorso, ma finì per guardare la cerimonia in televisione, dal suo letto in ospedale. Negli ultimi anni a Cash era stata diagnosticata una forma di neuropatia che lo rendeva particolarmente vulnerabile alla polmonite.
Nell’arco di una carriera molto prolifica e più che cinquantennale (!!), Johhny Cash ha registrato qualcosa come 1500 canzoni, tra cui le hits ‘A Boy Named Sue’, ’A Thing Called Love’ e ‘Ring of Fire’. Il suo ultimo album, intitolato “American Recordings IV: The Man Comes Around” e prodotto da Rick Rubin, era un disco di cover: tra queste’Hurt’ dei Nine Inch Nails,’In My Life’ dei Beatles e’Personal Jesus’ dei Depeche Mode.
I musicisti oltreoceano hanno da poco cominciato la loro giornata, mentre di quàa dall’oceano altri hanno già pagato il loro tributo, meritato, al grande musicista scomparso. Uno dei primi è stato il suo amico Nick Cave: “Aveva un mare di esperienza nella sua voce, paradiso e inferno, e nessuno poteva toccarlo. Era una cosa davvero reale”. Elvis Costello ha aggiunto: “Sono molto rattristato per la famiglia di Johnny. Era un grandissimo. Mi ha fatto sentire particolarmente benvenuto in casa sua, ed è questa una cosa che non dimenticherò mai”.
Cash aveva da poco perso sua moglie, June Carter Cash, morta pochi mesi fa a 73 anni per complicazioni susseguenti ad un intervento al cuore. Cash aveva in agenda un soggiorno in California per registrare canzoni per il prossimo album della serie “American Recordings”.
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