Elliott Smith se n’è andato prematuramente secondo un comunicato di Sweet Adeline, il suo website ufficiale. E sembra, ahimè, che si sia trattato proprio di suicidio. Una sua amica ha trovato il suo copro privo di vita nell’appartamento di lui a Los Angeles per portarlo immediatamente in ospedale, dove ne è stata decretata la morte. Morte macabra visto che Elliott è stato trovato con un coltello conficcato in petto…
Smith stava lavorando al suo sesto studio album, “From A Basement On The Hill”, sin da fine 2001. In più momenti il disco, da lui stesso registrato, sembrava essere destinato a qualche indie label, salvo poi essere annunciato nel programma di releases 2003 della DreamWorks comme doppio album. il disco, per la cronaca, non è ancora stato pubblicato. Di recente (Novembre 2002) Smith era stato coinvolto in una rissa con gli sceriffi della contea di Los Angeles a uno show dei Flaming Lips. Smith si accaparrò la consulenza di un avvocato e cercò pubblicamente testimoni dell’accaduto sul suo stesso website. Smith reclamò che l’incidente gli aveva causato un incidente alla mano che l’aveva costretto a cancellare almeno un concerto in primavera. Ma non era la prima volta che Smith annullava dei concerti per via del dolore a unamano. Nel Febbraio 2002 un concerto a Londra era stato rinviato, con la motivazione che, nel volo dagli States, Smith aveva dormito sulla mano per tutto il viaggio; e ancora, a Maggio dello stesso anno, Smith aveva quasi dimezzato la scaletta di uno show a Chicago a causa di difficoltà a una mano.
I continui forfait live di Smith e gli infiniti rinvii del citato album avevano lasciato circolare voci di una sua dipendenza da eroina o altre droghe pesanti. Smith aveva candidamente dichiarato una sua passata dipendenza dalle droghe nel suo songwriting, specialmente nel brano ‘The White Lady Loves You More’ del 1995. E pure le nuove canzoni – quelle del nuovo album – parlano esplcitamente di abuso di droghe e suicidio, con titoli ‘Memory Lane’, ‘Strung Out Again’, ‘Let’s Get Lost’, ‘Shooting Star’, ‘A Distorted Reality Is Now A Necessity To Be Free’ e ‘Fond Farewell’. “Give me one reason not to do it”, rantola Smith in ‘King’s Crossing’, altro brano di “Basement”.
A proposito di live gigs, va detto che quelle di Smith appartengono alla tipologia “o la va o la spacca”: in più occasioni le sue performance sono state afflitte da amnesie sui testi, sviste alla chitarra e così via.
Elliott Smith era nato a Dallas per trasferirsi altrove dopo parecchi disagi vissuti con i suoi compagni di scuola. Elliott ha fatto la high school a Portland, Oregon, e il college da tutt’altra parte, nel Massachussetts. Nel 1992 Smith formò gli Heatmiser con i bandmates Neil Gust, Tony Lash, e successivamente Sam Coomes (oggi metà dei Quasi). Gli Heatmiser pubblicarono tre album e un EP, ma fu l’auto-registrato album solista “del 1994 Roman Candle” che attirò l’attenzione dell’ambiente sul songwriting scarno e intimista di Smith e sul suo innovativo stile di chitarra. Dopo lo scioglimento degli Heatmiser nel 1996, la carriera solista di Smith decollò definitivamente: alcune canzoni per il film di Gus Van Snat del 1997 “Good Will Hunting”, tra cui ‘Miss Misery’, candidata – senza successo – all’Oscar.
Nel 1998 Smith firmò un contratto con la Dreamworks, con la quale ha pubblicato “XO” e “Figure 8”, in supporto dei quali ha effettuato dei tour con backing bands. L’anno scorso Smith ha contattato Scott Booker, manager dei Flaming Lips, perchè gestisse la sua carriera e vendere “Basement” a qualche etichetta indipendente. Negli ultimi 10 mesi Smith aveva fatto dei set acustici in giro per gli States. L’ultima performance era stata lo scorso mese a Salt Lake City per il Redfest festival all’Università dello Utah.
Smith avrebbe dovuto esibirsi a Novembre per l’edizione LA dell’All Tomorrow’s Parties. Smith aveva intanto pubblicato ad Agosto il singolo ‘Pretty (Ugly Before)’ come 7″ in edizione limitata su Suicide Squeeze. E a Giugno Smith era stato premiato come “Best Rock / Pop Songwriter / Composer” dal magazine alternativo LA Weekly.
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