Non c’è più religione…avrebbe asserito uno sconsolato “papaRatzinger”, se fosse stato un appassionato di indie-rock. In molti avevano gridato allo scandalo, quando Iggy Pop si esibì ad una sfilata di Donatella Versace di qualche anno fa ed ora anche i fanatici dell’underground avranno di che crucciarsi. Una delle più rinomate e “intransigenti” etichette indipendenti, la statunitense Kill Rock Stars (un nome che dovrebbe essere tutto un programma…), a breve darà un grosso dispiacere ai suoi “afecionados”. Nel corso degli anni, la label d’oltreoceano si era creata un’ottima reputazione, mettendo sotto contratto artisti “alternativi” del calibro di Elliott Smith, Sleater-Kinney, Bikini Kill, e Unwound (tra le nuove leve, vanno citati i Decemberists, Xiu Xiu e Deerhoof) mentre adesso ha deciso di andare controcorrente, inserendo nel suo rooster nientemeno che…Linda Perry! L’ex 4 Non Blondes ebbe il suo momento di gloria, intorno alla metà degli anni’90, allorché la band da lei capitanata ebbe un clamoroso successo su scala internazionale col singolo “What’s Up“, un brano pseudo-rock di facile presa. La loro notorietà durò giusto qualche mese e ben presto del gruppo si persero le tracce. Negli anni a seguire, la Perry si è creata un certo nome come autrice al servizio di insignificanti divette pop (Pink, Kelly Osbourne, Christina Aguilera, la bisbetica Courtney Love degli ultimi tempi). Ora l’etichetta di Olympia è in procinto di ristampare, insieme alla Custard (la label di proprietà della stessa Perry), “In Flight“, il primo album da solista della songwriter americana che già era stato pubblicato nel 1996 dalla Interscope Records, passando del tutto inosservato. Andrà meglio in quest’occasione?
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