Non inizia neanche male questo primo disco (autoprodotto) dei Nanologica, almeno per i primi sessanta secondi, poi però arriva la voce, i testi, e come spesso capita nelle produzioni italiane, l’imbarazzo…
Perché prima del canto, prima della tecnica e del microfono a condensatore, prima di tutto, un cantautore o presunto tale (o il gruppo, in questo caso) dovrebbe chiedersi: ma ho davvero qualcosa da dire (“L’idiota”)? così, a parole (“Assoluzione”)? e se sì, ne sono davvero capace (“Viale della rimembranza”)?
“Impronte analogiche” è un album pop rock indie annacquato, un po’ Afterhours (“Reflexiòn à la mode”), ma senza l’esigenza creativa del sig.Agnelli, un po’ Pertubazione (“La dolcezza dell’incertezza”), ma senza la loro poesia, e un po’ Tiromancino (“Riflesso”), ma senza Riccardo Sinigallia a guardargli le spalle, con dieci tracce da ascoltare (più una traccia multimediale contenente il booklet, un inedito dal titolo “Maresìa” e il video fotografico “Riflesso”) e nessuna che ti resti in mente.
Forse saranno i testi, o forse le voci a volte troppo impostate, oppure il tutto che suona come qualcosa che hai già ascoltato mille volte, ma con i 4 euro del prezzo del disco, io piuttosto mi prenderei una bella pinta di birra… e speriamo in un prossimo album con meno attenzioni grafiche (che da sole non bastano mai) ma più idee… alla vostra. Contatti: info@nonalogica.it
Autore: Francesco Renella