Bè, in effetti ci sarebbe anche il “dessert” in quel del Nitsa (il club vero e proprio, non lo stage), ma la giornata del 30 è subordinata al ritorno, soddisfatti, a casina nostra. Il botto c’è già stato, con i Pixies, ma anche la terza giornata, 29 maggio, ha saputo dispensare spettacolo di alta qualità.
Ignorato anche stavolta il CD-Drome (lo stage più piccolo, in un club all’interno del Poble, dedito esclusivamente a DJ-set), che aveva aperto i battenti il 28, il Freak Out staff comincia a nutrire le proprie velleità d’ascolto alle 18 al Mercat dels Flors, dove, mentre sul Feria (outdoor) i 24 Grana portano il festival per una mezz’ora nello scenario mediterraneo che la location barcellonese potrebbe far immaginare, Xiu Xiu prima e Matmos poi regalano, sotto il già affolatissimo tendone del Mac, intense e quanto mai diverse emozioni.
Intanto al Poble Espanyol sono di scena sonorità acustiche: il Rockdelux apre il sipario con il folk intimo di Nina Nastasia, mentre, sotto il “pallone” del Nasti, sono di scena Devendra Bahnart, Michael Gira e Willard Grant Conspiracy. Solo il primo cattura a pieno l’attenzione, con quel fare così dimesso, così vicino a incidenti di percorso che possano comprometterne la gig, così collassanti quella voce e quella chitarra acustica.
Nitsa-Apolo: passati (inascoltati) i Chucho, ecco di scena i Liars. L’attitudine è marcatamente rock’n’roll (al contrario dei soldatini-Franz Ferdinand): contorsioni, urla, lunghe passeggiate sul palco. Il sound è oltre, se possibile, ma poco focalizzato su quello che potrebbe essere un otimmo risultato noise’n’roll. A seguire Elbow e poi PJ Harvey, della quale, si è detto, gran bel concerto. Ma chi scrive era altrove, e il lavoro di squadra si fa finchè si può. Non mentre si scrive (…)
E allora, dove eravamo? Rockdelux, ore 22: un grande, sorprendentemente coinvolgente Bill Callahan aka (Smog). E lo stravagante classic-pop-rock degli Hidden Cameras, tuttavia poco goduto. Ci sarebbero i 12Twelve, brillante band spagnola abbastanza a proprio agio tra rock, psichedelia e avanguardia. Ma ce n’è appena per 5 minuti, quelli dello spacco, al Nasti, tra Colder e Numbers. E sì, contro l’appesantimento c’è un solo rimedio: ballare. Colder è la prole artistica, giovanissima, dei New Order, mentre i californiani Numbers, svuotati di pubblico da PJ Harvey, fanno comunque la loro. Il pubblico trova il modo di accorrere, e la loro wave-punk-caterpillar merita, altrochè. Risalutarli appena dopo una settimana dalla gig a Napoli, poi…
Il Nasti riserverebbe ancora il nostro Alexander Robotnick (a proposito, al CD-Drome di “nostro” c’era pure Marco Passarani) e il duo A Touch of Class DJs. Ubi maior minor cessat però, anche stasera: Primal Scream, main stage. Gambe e piedi invocano pietà, uguale posto a sedere. Rock + elettronica, poi, sarà il tema della nottata con !!!, Chicks On Speed e James Murphy (alla consolle – causa sfinimento quest’ultimo ce lo perderemo, ahimè). Eccoci allora, dopo una mezz’ora, di nuovo nella cittadella del Rockdelux con i Plaid. Un po’ di quiete? Macchè. Techno-glitch’n’bass gigantesca e devastante. Forse una delle migliori gig del festival, direi.
La (nostra) chiusura, quindi, è per i !!! (tolti 5 minuti finali di Chicks On Speed), capaci di iempire come mai prima il Nasti (ma c’erano anche i reduci di Gillespie e soci) e di farlo tremare, a suon di travolgente dance-punk, a livelli preoccupanti. ce n’è per tutti, anche nelle più nascoste retrovie (dove peraltro si riesce a ballare meglio). E adesso sì, a nanna. E arrivederci (speriamo ancora in prima persona) al prossimo anno…
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